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Melanoma cutaneo metastatico: in Aoup studio innovativo di fase III

E’ aperto al reclutamento nell’Oncologia medica 1 dell’Aoup lo studio innovativo di fase III multicentrico che impiega lifileucel, una terapia cellulare autologa, per la cura dei pazienti affetti da melanoma cutaneo metastatico non chirurgicamente asportabile e non pretrattato con altri farmaci.

I risultati dello studio di fase II hanno consentito di valutare la tossicità e l’attività del trattamento e si sono dimostrati incoraggianti quindi si è passati a confrontare lifileucel con l’immunoterapia standard.

Lo studio, di cui in Aoup è Principal investigator Antonella Romanini, responsabile della sezione Ambulatori dell’Oncologia medica 1, si chiama Tilvance-301 e serve a valutare l’efficacia della combinazione di lifileucel con l’anticorpo monoclonale pembrolizumab, rispetto al solo pembrolizumab, nei pazienti con melanoma metastatico non resecabile non ancora trattato.

Il trattamento viene effettuato una volta sola. In seguito i pazienti riceveranno pembrolizumab ogni 3 settimane per un anno. I soggetti randomizzati nel braccio di trattamento con solo pembrolizumab potranno ricevere lifileucel in caso di progressione di malattia (cross-over).

Attualmente circa la metà dei pazienti affetti da melanoma metastatico non resecabile, trattati con la combinazione dei farmaci immunoterapici più attivi, sviluppa resistenza e necessita di cambiare trattamento per ottenere un beneficio duraturo (1-3).

In uno studio di fase II, lifileucel in associazione a pembrolizumab ha dimostrato invece di produrre un beneficio clinico prolungato, un terzo di risposte complete e 2/3 di risposte globali in pazienti già pretrattati e con malattia progredita con immunoterapia e farmaci a bersaglio molecolare,

A distanza di quattro anni, ancora più del 50% dei pazienti rispondeva positivamente. Gli effetti collaterali più comuni di grado 3 e 4 legati al trattamento erano principalmente ematologici (febbre con brividi e ipotensione) e sono stati tutti reversibili dopo 2 settimane dall’infusione di lifileucel (4,5).

Lifileucel è una terapia cellulare autologa a base di linfociti T che infiltrano il tumore (TILs) del paziente; vengono espansi in vitro in un laboratorio di Filadelfia (Usa), stimolati a riattivarsi e successivamente re-infusi endovena nel paziente da cui provengono.

I TILs fanno parte della risposta naturale che il sistema immunitario dell’organismo mette in atto contro il cancro, riconoscono marcatori specifici sulle cellule tumorali, si attivano e le distruggono (6, 7). Quando il tumore è avanzato, è in grado di inattivare i TIL impedendo loro di svolgere la loro attività antitumorale. La maggior parte dei marcatori espressi sulle cellule tumorali sono specifici per ciascun paziente (solo l’1% sono comuni a più persone), ecco perché è importante attivare i TIL di ogni singolo soggetto.

Bibliografia


  1. Cybulska-Stopa B, et al. Adv Med Sci. 2020;65:316–23.
  2. Olson DJ, et al. J Clin Oncol. 2021;39:2647–55.
  3. VanderWalde AM, et al. Cancer Res. 2022;82 (12 Suppl):CT013.
  4. Chesney J, et al. J Immunother Cancer. 2022;10:e005755.
  5. Sarnaik A et al. Presented at: 2022 SITC Annual Meeting. November 8–12,2022: Boston, MA. Poster 789.
  6. Schumacher TN, Schreiber RD. Science. 2015;348:69–74.
  7. Sarnaik AA, et al. J Clin Oncol. 2021;39:2656–66