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Giorno della Libertà: alla biblioteca SMS la mostra “Gulag: storia e immagini dei lager di Stalin”

Inaugurata venerdì 8 novembre, alla biblioteca comunale SMS, la mostra “Gulag: storia e immagini dei lager di Stalin” che sarà visitabile gratuitamente fino al prossimo 29 novembre. L’esposizione è organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di Pisa per celebrare il Giorno della Libertà, istituito nel 2005 dal Parlamento italiano per ricordare l’abbattimento del Muro di Berlino del 9 novembre 1989.

La mostra, a cura dell’Associazione Memorial-Italia, ha preso il via con un incontro pubblico intitolato “Muri di ieri e muri di oggi: dal gulag ai laogai” a cui hanno partecipato Elena Dundovich (docente di Storia delle relazioni internazionali nell’Università di Pisa), Ettore Cinnella (storico dell’Università di Pisa) e Marco Respinti (direttore del periodico online BitterWinter.org). L’appuntamento è stato introdotto dall’assessore alla cultura del Comune di Pisa, Filippo Bedini, e moderato da Andrea Bartelloni (collaboratore di “Toscana Oggi”).

“Sulle vittime, la violenza, le tragedie dei regimi totalitari di matrice comunista – dichiara l’assessore alla cultura Filippo Bedini – si sa ancora troppo poco. Specialmente in Italia. Ecco perché una mostra sui Gulag ed ecco perché una conferenza, con relatori di alto profilo, dal titolo “Muri di ieri e muri di oggi: dai Gulag ai laogai”, organizzate alla SMS Biblio dall’assessorato alla Cultura del Comune di Pisa in occasione del Giorno della libertà 2024, per celebrare l’anniversario della caduta del Muro di Berlino, che simboleggia l’inizio della fine del comunismo. Di quale storia stiamo parlando? Più di 100 milioni di morti: persone assassinate, spesso trucidate, in campi di concentramento, vittime di esecuzioni di massa, gettate in fosse comuni. Un numero imprecisato di deportati, oppositori imprigionati e abbandonati nelle steppe gelate della Siberia, morti per fame o per freddo. La scia di sangue del comunismo, partita da lontano, ha preso forma con lo Stato terrorista di Lenin, e, proseguendo attraverso le dittature sanguinarie dell’Europa centro-orientale e dell’Asia, ha avvelenato mezzo mondo, dalla Cuba di Castro ai regimi sudamericani, dalla Cambogia di Pol Pot agli esperimenti di “socialismo reale” in Africa. Con questa iniziativa intendiamo aprire un primo squarcio di luce sulle pagine più orrende della storia del comunismo: la storia va raccontata tutta, senza censure ideologiche o temi di serie A e temi di serie B”.

La mostra. L’esposizione documenta la storia del sistema concentrazionario sovietico illustrata attraverso il materiale documentario e fotografico proveniente dagli archivi sovietici e descrive alcune delle principali «isole» di quello che dopo A. Solženicyn è ormai conosciuto come «l’Arcipelago Gulag»: le isole Solovki, il cantiere del canale Mar Bianco-Mar Baltico (Belomorkanal), quello della ferrovia Bajkal-Amur, la zona mineraria di Vorkuta e laKolyma, sterminata zona di lager e miniere d’oro e di stagno nell’estremo nordest dell’Unione Sovietica, dal clima rigidissimo, resa tristemente famosa dai racconti di Varlam Šalamov.

Il materiale fotografico, “ufficiale”, scattato per documentare quella che per la propaganda sovietica era una grande opera di rieducazione attraverso il lavoro, mostra gli edifici in cui erano alloggiati i detenuti, la loro vita quotidiana e il loro lavoro. Alcuni pannelli sono dedicati a particolari aspetti della vita dei lager, come l’attività delle sezioni culturali e artistiche, la propaganda, il lavoro delle donne, mentre altri illustrano importanti momenti della storia sovietica come i grandi processi o la collettivizzazione. Non mancano una carta del sistema del Gulag e dei grafici con i dati statistici.

Una parte della mostra è dedicata alle storie di alcuni di quegli italiani che finirono schiacciati dalla macchina repressiva staliniana: soprattutto antifascisti che erano emigrati in Unione Sovietica negli anni Venti-Trenta per sfuggire alle persecuzioni politiche e per contribuire all’edificazione di una società più giusta. Durante il grande terrore del 1937-38 furono arrestati, condannati per spionaggio, sabotaggio o attività controrivoluzionaria: alcuni furono fucilati, altri scontarono lunghe pene nei lager.