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9 ottobre 2024, h. 18 R-esistenze: aperi-libro e reading presso Margot – Piazza Gambacorti (Piazza della pera) 43/45
H. 18: Aperi-libro, si beve qualcosa e si conoscono altri amanti dei libri
H. 18:30: Reading a cura di Alessandra Manfredini (Letture ad Alta Voce) e Brunella Antodaro (Libri Viventi Pisa). Le letture saranno tratte da “Lettere a mia nonna” di Djamila Ribeiro, “La giraffa non c’entra” di Irene Bonino e “Case di sale” di Hala Alyan.
Questi tre libri, parte del progetto culturale R-esistenze, affrontano in modi diversi il tema dell’identità guardando alle realtà diasporiche, fra Brasile, Stati Uniti e Medio Oriente.
R-esistenze è una rete formata da nove case editrici indipendenti di tutta Italia: 8tto Edizioni, Astarte Edizioni, Asterisco Edizioni, Capovolte, Edizioni Le Assassine, Le Commari Edizioni, le plurali editrice, Oso Melero Edizioni e Settenove.
Case di sale, di Hala Alyan
Alla vigilia del matrimonio della figlia, Salma legge il destino della ragazza nei fondi di una tazza di caffè. Vede per Alia e per i suoi figli un futuro instabile, segnato dalla perdita della casa e dall’incertezza. Pur scegliendo di tenere per sé la predizione, questa si avvererà quando la famiglia verrà sconvolta dallo scoppio della guerra dei sei giorni nel 1967.
Mezzo secolo di Storia provocherà lo sradicamento e la dispersione dei membri della famiglia Yacoub, tra Palestina, Kuwait, Giordania, Libano, fino all’Europa e gli Stati Uniti.
Seguendo le storie di quattro generazioni, questo romanzo lirico ed emotivamente travolgente ci interroga su che cosa si possa considerare casa: ciò che per tradizione ci è stato tramandato o quello che costruiamo nel nostro presente?
La giraffa non c’entra, di Irene Bonino
Il destino di Caterina si snoda nell’aria densa e lattiginosa della provincia, all’ombra di treni che sembrano passare sempre al momento sbagliato. Ma lei ha un sogno, anzi più di un sogno, un progetto, e per realizzarlo ha accettato di portare su di sé un marchio che è allo stesso tempo una premonizione: essere quella strana, quella diversa, quella che se ne vuole andare.
E poi c’è il destino dell’altra Caterina, la sua bisnonna. Un destino che parla di povertà, di oceani e bastimenti, di un viaggio di sola andata per l’America e di una zia, Minerva, che la cresce come una figlia. Lì, a Little Italy, tra stoffe vistose e abiti tagliati per sembrare quelli dei ricchi, Minerva non le insegna soltanto un mestiere ma soprattutto l’arte di essere libera.
Un ritratto di famiglia tratteggiato con voce delicata e toccante, ricco di figure femminili potenti, su cui torreggia una monumentale Minerva a tessere ricordi e annodare le trame sgargianti di un racconto difficile da dimenticare.
Lettere a mia nonna, di Djamila Ribeiro
Nel più delicato e personale dei suoi libri, la filosofa brasiliana Djamila Ribeiro rievoca l’infanzia e l’adolescenza per affrontare temi quali l’ancestralità nera, la violenza di Stato e le difficoltà di crescere i figli e guardare al futuro in una società strutturalmente razzista. Il racconto prende la forma di lettere alla defunta nonna Antônia – affettuosa e amorevole, conoscitrice di erbe curative e guaritrice molto ricercata. La complicità sempre esistita tra nonna e nipote è ciò che permette all’autrice di ricordare episodi difficili, come la perdita del padre e della madre, le aggressioni subite come donna Nera in Brasile e gli ostacoli vissuti nella vita accademica. Nelle lettere le relazioni amorose, le esperienze professionali, la musica, le letture e le amicizie che hanno accompagnato Djamila Ribeiro nella sua crescita personale si uniscono a una graduale consapevolezza: l’eco delle lotte e delle conquiste delle persone Nere che ci hanno precedute è la forza che ci permette di andare avanti, nel recupero di una memoria e di una genealogia collettiva familiare e degli oppressi che diventa risposta alle sfide del presente.