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Cascina, sala gremita ieri mattina in ricorso dell’ex sindaco Franco Viegi

Sala del consiglio comunale gremita per il ricordo di Franco Viegi, sindaco di Cascina dal 1980 al 1990, ex presidente dell’Aeroporto di Pisa e dell’ospedale di Pisa, ma soprattutto un amministratore capace di progettare allora la Cascina di oggi. Oltre alla famiglia, capeggiata dalla moglie Siberiana, erano presenti tantissimi politici di ieri e di oggi, amici e collaboratori che hanno lavorato fianco a fianco con Franco sia nella militanza nel Pci che nei suoi incarichi di amministratore. Commossi e divertenti i ricordi di lui fatti da Carlo Viegi per la famiglia, Alessandro Giari, sindaco di Castellina Marittima ed ex dipendente del Comune di Cascina, Alessandro Garzella, autore, attore e regista teatrale, fondatore ed ex direttore artistico del Teatro Politeama, e Fabrizio Franceschini, amico e compagno di partito.

“Franco Viegi è stato un sindaco importante per Cascina – ha detto l’attuale primo cittadino, Michelangelo Betti –, guidando il Comune per 10 anni e dando una continuità amministrativa anche rispetto agli anni precedenti. Durante i sui mandati sono state fatte scelte importanti e coraggiose che hanno poi definito quella che è Cascina oggi: penso alla decisione di ospitare l’interferometro Virgo, il cui seme è stato piantato alla fine del secondo mandato di Viegi, o all’allora Teatro Politeama, oggi Città del Teatro. C’era la visione di una Cascina che guardava oltre i propri confini e cercava di intercettare opere e spunti che venissero da fuori e che potessero dare maggior respiro al nostro territorio. Storicamente Cascina cresce quando è aperta al resto dei territori e Viegi seppe interpretare fino in fondo questo ruolo del nostro Comune”.

A chiudere gli interventi non poteva che essere Siberiana, la moglie di Franco Viegi, che ha voluto fortemente raccogliere in un libro tante testimonianze e fotografie che ripercorrono la vita di Franco. “Dopo la sua morte, ho voluto mettere insieme una serie di ricordi di amici che avevano condiviso con lui una parte della sua vita pubblica – ha sottolineato Siberiana –. Questa pubblicazione è stata presa come spunto dal sindaco Betti e dall’assessora Del Giudice per farne oggetto di questo ricordo nella sala del consiglio comunale, una commemorazione a sei mesi dalla sua morte. Poter lavorare a questi testi e alle fotografie mi ha permesso di affrontare il periodo del lutto improvviso, in un momento in cui Franco progettava ancora nuove avventure. Certo, a distanza più ravvicinata perché i grandi viaggi erano finiti ma c’erano ancora tante piccole cose che avremmo potuto continuare a condividere. Il vuoto lasciato è enorme, ma questo libro è un modo per continuare a parlare di lui”.