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Cascina, recupero area ex Pighini. Rollo: “tanti dubbi sulla variante urbanistica”

Nell’area “ex Pighini” la maggioranza di centrosinistra sta dando attuazione, in maniera alquanto singolare, ad un intervento privato sul complesso produttivo attraverso due ambiti: una porzione di fabbricato in via della Repubblica in zona B1 con demolizione e ricostruzione non assoggettato a piano attuativo o a progetto unitario sottraendolo dall’atto urbanistico e per la porzione retrostante, ricadente in area con disciplina urbanistica oramai decaduta, attraverso una variante puntuale costituente “nuova previsione insediativa anticipatrice rispetto alla disciplina del POC (ex piano regolatore) – afferma Dario Rollo della lista “Valori e Impegno Civico”. Dal punto di vista politico sono  alquanto strani i presupposti e le motivazioni che hanno portato all’adozione di una nuova previsione urbanistica anticipatoria senza una valutazione estesa all’intera area del complesso edilizio che presenta connotati omogenei e complementari che, nell’interesse pubblico, avrebbe consentito la possibilità di incrementare la dotazione degli spazi a standard necessari in funzione dell’incremento del carico urbanistico, evitando il ricorso alla monetizzazione o alla previsione compensativa su aree pubbliche già destinate a standard. Invece, pur sussistendo le condizioni e la possibilità di regolamentare in maniera omogenea l’attività edificatoria riferita all’intero complesso degradato (stante l’intervenuta decadenza delle previsioni), è stata confermata una doppia disciplina urbanistica (zona B1 e zone IR), sottraendo parzialmente l’obbligo di integrazione delle dotazioni di standard urbanistici condividendo appieno la proposta del privato, che ben si è visto dall’elaborare una proposta unitaria di variante per l’intero complesso edilizio. Inoltre entrambi gli interventi ricadono nella zona di rispetto cimiteriale nei quali vige l’inedificabilità. Gli amministratori hanno affermato che il parere ASL autorizza l’intervento di ristrutturazione urbanistica (R6) nell’area e valga come deroga per la riduzione della fascia di rispetto cimiteriale. In realtà l’ASL si è espressa esclusivamente sugli aspetti igienico-sanitari. Anche i pareri legali richiesti a seguito delle “perplessità” del Servizio Edilizia Privata nella conferenza dei servizi, non affermano esplicitamente che l’intervento possa essere effettuato in deroga al vincolo dei 50 metri tant’è che la normativa vigente (art. 338 c.7 RD 1265/34) non preveda la ristrutturazione urbanistica (R6). La fascia di rispetto non è ridotta (in delibera non compare nulla in merito) ma non varrebbe solo per questo intervento mentre altri progetti privati sono stati rigettati a causa del vincolo cimiteriale. Sia in commissione che in consiglio comunale ho chiesto che l’atto urbanistico fosse rivisto e formato in maniera da regolamentare nella sua completezza l’intero comparto e che l’intervento fosse in linea con gli strumenti urbanistici previsti dalla normativa vigente. L’interesse pubblico a favore di tutti i cittadini deve essere tutelato – conclude Rollo.