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Sono sette le atlete pisane che parteciperanno ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024. Sei sono pallavoliste che fanno parte del Volley Dream e sono state selezionate dal commissario tecnico Amauri Ribeiro per la Nazionale Azzurra di sitting volley. Si tratta di Eva Ceccatelli, Giulia Aringhieri, Raffaella Battaglia, Giulia Bellandi, Elisa Spediacci e Sara Cirelli. La settima è una pisana d’adozione, la campionessa del mondo di equitazione, nella disciplina di paradressage freestyle e tecnico, Sara Morganti, che è reduce dalle due medaglie di bronzo conquistate alle Olimpiadi di Tokyo del 2021.
L’assessore allo sport del Comune di Pisa Frida Scarpa le ha incontrate per consegnarle la bandiera di Pisa da portare ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024: “Sono molto orgogliosa di aver fatto sentire il nostro affetto e la nostra attenzione anche alle atlete che rappresenteranno la nostra città e tutta la nazione alla Paralimpiadi di Parigi che inizieranno il prossimo 28 agosto – afferma l’assessore Frida Scarpa – E’ sempre un momento di grande emozione e anche di riflessione assistere agli allenamenti di atleti paralimpici. Se ne resta sempre impressionati”
“All’esito di una rassegna olimpica in cui abbiamo assistito a molte polemiche – prosegue – questi atleti trasmettono uno dei messaggi più potenti che lo sport cerca continuamente di diffondere: allo sport non interessa. Qualunque sia il tuo problema, la tua fragilità, la condizione in cui sei, allo sport non interessa. Ci sono comunque regole, avversari, impegno, sudore, fatica, gioie e delusioni. Nessuno sconto.
Anche la fragilità diventa energia e basta assistere alle competizioni paralimpiche per rendersi conto della forza motrice che lo sport riveste nei meccanismi di inclusione, di autonomia di riscatto di atleti che hanno delle limitazioni e personalmente penso che ciò valga anche per chi ha anche temporaneamente minori capacità dei campioni e dei fuoriclasse delle singole discipline, ma che lotta comunque ogni giorno per avvicinarsi a quel sogno che i nostri giovani atleti, ai giochi appena conclusi, hanno mostrato di rincorrere con una nuova consapevolezza del loro valore, allontanando lo stereotipo tradizionale della dicotomia tra vittoria e sconfitta e consolidando, di fatto, un cambio di paradigma culturale atteso da anni”.