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Come ogni anno, l’8 agosto giornata nazionale dei sacrificio dei lavoratori italiani nel mondo da quando nella miniera di Marcinelle in Belgio, morirono di lavoro, per un terribile incidente, 262 persone, nel 1956, si sveglia con i tristi rintocchi della Pieve romanica di Santa Maria. “Perché non è un giorno come un altro _ dice il Sindaco Matteo Ferrucci _ è un giorno di Memoria, di Enrico del Guasta, padre di Umberto, amico e ristoratore di San Giovanni alla Vena, che nonostante avesse finito il turno ritornò in miniera per aiutare un amico il cui figlio non stava bene, e degli altri 261 minatori, di numerose nazionalità, non solo europei, che lavoravano, senza condizioni adeguate di sicurezza, nelle profondità della terra, per il patto fatto dal loro Paese con il Belgio, uomini in cambio di carbone. Un giorno in cui fare Memoria di quello che è accaduto, una enorme tragedia, e in cui ribadire fermamente che di lavoro non si può morire, al contrario il lavoro deve essere sicuro e garantire una vita più che dignitosa e serena. Ringrazio Umberto e la sua famiglia per come portano avanti la Memoria di Marcinelle, la Regione, sempre presente alle commemorazione, la Provincia, l’Anpi e la tutte le amministrazioni, le associazioni e i cittadini e le cittadine presenti.”
Una commemorazione intensamente partecipata quella di giovedì 8 agosto, introdotta dall’intervento della Consigliera alla Memoria e al Lavoro, Angelica Rossi che ha poi passato la parola a Bernard Dika, portavoce del Presidente della Regione Toscana Bernard Dika, dopo aver letto una lettera di saluto da parte del Presidente del Consiglio Regionale, Antonio Mazzeo – era presente, come sempre, anche la Consigliera Regionale Irene Galletti. . La consigliera alla Cultura, Elena Pardini, dopo la sua lettura, ha continuato soffermandosi sull’altro volto della tragedia di Marcinelle, non meno importante, delle mogli, dei figli, delle famiglie, rimasti soli e lontani dai propri affetti, con dentro un lutto inimmaginabile.
Hanno poi parlato, la vicepresidente nazionale di Anpi, Mari Franceschini, e il presidente provinciale, Bruno Possenti, insieme a Del Guasta. Il leitmotiv di ogni discorso, pronunciato davanti a molte persone attente e commosse, è stato il dovere di non dimenticare perché niente di lontanamente simile possa ripetersi e il lavoro sia qualcosa che dà a chi lo svolge e non certo che toglie.
La Consigliera Rossi, che ha coordinato la commemorazione, dopo aver ricordato anche la mostra fotografica allestita dalla famiglia Del Guasta nella ex scuola di Piazza Cavalca, fino al 9 agosto, raffigurante tutti i volti dei minatori rimasti vittime della strage di Marcinelle, “è stato come incontrarli uno a uno e conoscerli, molti erano ragazzi più giovani di me, mi sono commossa molto e non li dimenticherò mai”, prima dei saluti a tutti i presenti, autorità civili, militari e religiose, amministrazioni e cittadini, ha passato la parola alla Vicesindaca Fabiola Franchi che ha evidenziato come Del Guasta, “adottando” i giardini di Via Salutini di Vicopisano – intitolati alle vittime di Bois du Cazier – li abbia trasformati in un vero e proprio luogo di Memoria, sia grazie alle opere d’arte, la statua “Al Minatore”, di Nino Domenico di Pietrantonio e i pannelli dipinti dall’artista Stefano Ghezzani, che ripercorrono la triste vicenda, sia grazie alla grandissima cura del prato, degli alberi e del verde, della pulizia.
Al termine Don Tadeusz Dobrowolski, parroco di Vicopisano, ha dato la sua benedizione, ricordando ancora una volta Enrico e tutti i minatori che l’8 agosto 1956 non video più la luce e i loro cari.