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Città ecologica: “Gombo resti un’area protetta”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Città ecologica relativo alla situazione della spiaggia del Gombo:

C’è qualcuno che può sostenere che sia una situazione sicura? A noi appare evidente che l’ordinanza in vigore che vieta alle unità da diporto di navigare ed ormeggiare a meno di 250m dalle spiagge, non solo sia giusta ma che debba essere fatta rispettare rigorosamente anche nelle acque antistanti San Rossore sia perché in parte fruibili attraverso visite guidate sia per la sicurezza degli stessi diportisti.

Appare improponibile prendere a pretesto la protezione ambientale della costa per attenuare i vincoli presenti sul resto della costa.

è una situazione tollerabile sul mare antistante un’area protetta? Favorire e incentivare l’attracco dei natanti al Gombo significherebbe trasformare quella spiaggia in una spiaggia di “libera” fruizione per i diportisti e contemporaneamente un punto di accesso libero e incontrollato a tutta la Tenuta di San Rossore: cosa palesemente assurda.

C’è tutta la costa e il mare tutto per esercitare la propria passione nautica: assurdo pretendere di esercitarla proprio al riparo della scogliera del Gombo dove , tra l’altro, la qualità delle acque è modesta e peggiorata dall’inquinamento dei natanti per lo più a motore.

Riteniamo che su questo non ci sia nulla da “concertare” e invitiamo il Parco a non cedere alle pressioni a cui viene sottoposto.

Riteniamo che il vero ed enorme problema della spiaggia del Gombo sia  l’erosione che dal litorale pisano a nord dell’Arno accumula sedimenti al porto di Viareggio intasandone l’accesso. La quantificazione di tale flusso è abbastanza certa e valutabile potenzialmente in circa 100.000 m3/anno sul medio periodo (ultimi decenni), mentre attualmente è forse leggermente inferiore. In 21 anni sono stati stimati apporti sedimentari per 2.100.000 m3 !

La Città ecologica ha sempre sostenuto che almeno una parte di quell’enorme quantità di sedimenti debba essere utilizzato per il ripascimento del litorale del Parco che, in particolare nel tratto prospiciente San Rossore, è quello che quei sedimenti fornisce. Ma per ora questa soluzione non è presa in considerazione e la Regione pensa ad un sabbiodotto per disperdere al largo quei sedimenti.

Questi sono i veri problemi del Gombo e di tutta la costa del Parco che i cambiamenti climatici e l’innalzamento del livello del mare accentueranno. Con questi problemi ci si dovrebbe confrontare e su questi ci sarebbe molto da “concertare” tra Regione, Enti Locali e Parco.