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Ponsacco mostra Cromatismi dell’Anima in espressioni visive e poetiche di Francesca e Rita Bindi

Due sorelle unite dal talento per l’arte. Una per la pittura e l’astrazione creativa; l’altra per la poesia e la scrittura. Sabato 4 maggio alle 11.30 a Villa Elisa a Ponsacco sarà inaugurata la mostra dal titolo “Cromatismi dell’Anima in espressioni visive e poetiche”. Un’esposizione di quadri e poesie di Francesca e Rita Bindi, curata dal maestro Simone Valeri. Un’iniziativa culturale curata dall’Accademia dei Fortificati e promossa dall’assessorato alla cultura del Comune di Ponsacco.

Un percorso artistico che conduce il visitatore a un continuo bivio tra l’udito, acceso attraverso la musica e le poesie recitate, e la vista.

«Quando l’Anima si fa sentire – scrive Francesca Bindi della propria arte – la mente deve produrre. Questa esposizione di poesie è il frutto di un susseguirsi di sentimenti animati da Amore, Rabbia, Malinconia, Gioia che risalgono con prepotenza nella mano di chi scrive.

Scrivere, sin dall’adolescenza, è sempre stato un modo per abbellire e soprattutto trovare il senso del miei stati d’animo. Il sentimento di Amore e le sue contrarie sfumature ha fatto si che nascessero e prendessero vita le dieci poesie che sono esposte in queste bellissime sale».

Rita, invece classe 1987, è amante della pittura e dell’astrazione creativa.

«L’arte figurativa è stata sostituita, pian piano – racconta – da creazioni più astratte e da astrazioni quasi metafisiche, la cui interpretazione non vincolava l’osservatore, anzi lo rendeva libero di intuire e di fantasticare tra sfumature ed elementi compositivi eterogenei, a volte enigmatici che piovevano a cascata partendo dal punto più alto: il potere dell’artista che crea dal niente ciò che ancora non esiste. Ma la spinta artistica più energica fu nel 2021 in seguito ad un periodo di vita molto turbolento, disseminato da contrasti del cuore e della mente. Proprio da queste turbolenze interiori e dal bisogno di uscire da quel vortice, nacque l’esigenza del taglio e del bruciato, accompagnato da colori vividi e decisi. Il taglio come reazione, in risposta a scontri inguaribili in nome di un varco di ossigenazione, di un alleggerimento dell’anima e della mente. Il bruciato come necessità manifesta di dimenticare, di far scomparire qualcosa dentro di me e di purificazione interiore. Allo stesso tempo, inavvertitamente, iniziai anche a tracciare segni simbolici chiamati valori come simboli di ricerca e ritrovamento di una pace e di una armonia che ritenevo perse».

La mostra è visitabile fino al 12 maggio, dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18 e il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30.