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La day surgery multidisciplinare dell’Aoup festeggia 10 anni di attività. Nata sull’esempio di consolidate realtà dei Paesi a maggior propensione innovativa, la day surgery o chirurgia di un giorno, negli anni si è imposta come modello organizzativo in grado di separare i flussi ospedalieri.
Da alcuni anni, in Aoup, è divenuta un vero e proprio centro clinico strutturato, con sale operatorie e degenze autonome all’Edificio 29 del presidio ospedaliero di Cisanello, inglobando pressoché tutte le branche chirurgiche grazie al progressivo affinamento delle tecniche e procedure sempre più mini-invasive, che hanno consentito di ottimizzare le risorse impiegate e di snellire le liste d’attesa mantenendo elevati standard assistenziali, così come dimostrato dai feed-back dei pazienti.
In 10 anni sono stati circa 16mila gli interventi effettuati, con una contrazione durante la pandemia da Covid-19, che però ha visto nel 2022 il ritorno ai volumi precedenti con l’esecuzione di circa 2mila interventi nelle due sale operatorie dedicate.
La chirurgia diurna (o con un solo pernottamento) destinata a interventi di bassa/media complessità, è infatti in grado di coniugare sostenibilità e qualità dell’assistenza specie in una fase di contrazione della spesa sanitaria come quella attuale in cui, per mantenere l’universalità delle cure, è richiesto un approccio moderno e innovativo che coniughi la garanzia del diritto alla salute con l’ottimizzazione delle risorse. Il Centro multidisciplinare di ricovero breve si propone quindi, grazie al personale dedicato -anestesisti e infermieri – come piattaforma al servizio delle 20 chirurgie che attualmente vi afferiscono e come la soluzione praticabile, non solo per la day surgery, ma anche per tutti quegli interventi a rapida turnazione (durata ≤ 60-90min.), con ricovero ordinario di 0/1 giorno, di chirurgia ambulatoriale complessa e minore. Questo in virtù di standard assistenziali qualitativamente elevati, riassumibili nella definizione attuata nel centro di “ospedale a impatto lieve” ossia un centro con una specifica attenzione al paziente inteso come persona, oltre all’aspetto biologico della cura, approccio che consente un recupero precoce e una dimissione in sicurezza entro poche ore dall’intervento. Infine, non trascurabile, è l’importante impatto economico dovuto alla separazione netta dei flussi ospedalieri.
D’altronde oggi in molti Paesi avanzati oltre il 50 per cento degli interventi chirurgici programmati vengono eseguiti in regime di ricovero breve.
Ovviamente non tutti i pazienti sono candidabili a questo setting assistenziale; ci sono infatti criteri di accesso clinici e socio-anagrafici ben precisi. In questi anni comunque tanta strada è stata fatta nella gestione delle urgenze, nel superamento dei limiti del nomenclatore e nella definizione dei regimi di ricovero più idonei ai vari pazienti chirurgici, grazie anche alla preziosa collaborazione dimostrata dalle strutture chirurgiche che vi afferiscono, che hanno interpretato positivamente il cambiamento.
E tanti sono stati i primati ottenuti nel centro clinico di ricovero breve, grazie alla collaborazione interdisciplinare di tutti, dalla programmazione del percorso chirurgico all’esecuzione: nel 2015, ad esempio, l’Aoup è stata il primo ospedale in Italia, e tra i pochi in Europa, a effettuare interventi di paratiroidectomia in day surgery, cioè senza ricoverare il paziente, tutto nel rispetto dei più elevati standard di sicurezza (con tecnica fra l’altro sviluppata a Pisa, alla fine degli anni ‘90, e poi adottata a livello internazionale). Fra gli altri importanti traguardi raggiunti con lo staff multidisciplinare – in questo caso gli urologi – il trattamento laser e quello rezum in anestesia locale per l’ipertrofia prostatica benigna, con dimissione del paziente nell’arco di poche ore.
Infine, grazie alla collaborazione con il Centro endocrino-chirurgico, è prossima l’apertura di un percorso laser strutturato sulle patologie tiroidee grazie alla decennale esperienza di Aoup nell’ablazione laser-assistita dei tumori tiroidei, fra i primi ospedali al mondo a implementare questa procedura