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Paolo Martinelli (La Città delle Persone): “Positivi i dati turistici cittadini in crescita, ma programmare iniziative per favorire una permanenza più lunga oltre Piazza dei Miracoli”

La crescita dei numeri delle presenze turistiche non può che essere accolta positivamente, ma incoraggia ad un approfondimento della discussione che già si è avviata in questi giorni in città. Il tema centrale su cui interrogarsi torna ad essere ancora di più come fare per diversificare un’offerta turistica che permetta una permanenza più lunga nella nostra città, considerando che su quel fronte si assiste addirittura ad una leggera flessione, passando da 2,3 notti medie nel 2022 a 2,2 nel 2023. Pisa fa abbastanza, in termini di programmazione e comunicazione? Ci sono sufficienti iniziative per favorire una permanenza più lunga e andare oltre piazza dei Miracoli, ampliando così le ricadute sull’economia cittadina?
Credo che si debba partire da qui nel guardare a quei numeri, perché la pura autocelebrazione rischia di nascondere alcuni problemi che ci sono e che, con grande chiarezza, sono stati ad esempio sollevati dai ristoratori della città che, come altre categorie, hanno il polso sulla qualità del turismo che arriva e su quanto se ne benefici davvero. Le iniziative portate avanti fino a qui dalla giunta comunale sono risultate misure spot, parcellizzate e disorganiche, di breve respiro, mal comunicate. Pisa ha certamente una propria innata capacità di attrarre, ce lo dicono i numeri, ma ad oggi non abbastanza quella di far permanere, di invitare a restare.
Tra le cinque azioni appena annunciate dall’amministrazione comunale, che quantomeno sono frutto di un primo tardivo confronto con gli operatori, si scorge l’assenza di una volontà esplicita di investire in una visione di area delle politiche di sviluppo dell’offerta turistica, con il coinvolgimento degli altri enti locali del territorio, che invece potrebbero contribuire in modo significativo ad accrescere il tempo dei pernottamento e, quindi, la qualità del turismo.
Pisa per le ricchezze artistiche, naturalistiche e dei piccoli borghi del territorio pisano dovrebbe credere e investire fortemente nel cercare sinergie con i comuni costieri, con un coinvolgimento ampio degli altri enti locali, della Camera di commercio, degli operatori turistici, delle università e dell’associazionismo culturale, per elaborare una proposta ampia di programmazione culturale strutturata chiara e definita per tempo, finanziata con i proventi dell’imposta di soggiorno, finalizzata a migliorare e diversificare l’offerta culturale e turistica e una comunicazione di sistema.
C’è poi un’ulteriore riflessione che mi pare necessaria e da affrontare urgentemente ed è relativa all’impatto che il turismo breve ha sul mercato immobiliare. Parlo dell’esplosione dei numeri dei b&b e degli affitti brevi che, da un lato, sembra abbia contribuito alla spinta della ripresa turistica ma, dall’altro, necessita di una regolamentazione perché sta rendendo ormai quasi impossibile trovare un affitto accessibile in città per chi ci deve o vuole vivere. Su questo fronte della ricerca di un equilibrio delicato, in attesa di una legge nazionale, il Comune dovrebbe prendere l’iniziativa come già stanno facendo altre città.
Inoltre, sarebbe necessario attivarsi in modo incisivo in collaborazione con le università, gli enti di ricerca e le imprese tecnologiche per promuovere iniziative legate all’innovazione, allo sviluppo e al lavoro che pongano le condizioni di una permanenza dei giovani nella nostra città dopo i percorsi di studio. Maggiori opportunità di permanenza, opportunità lavorative dinamiche, contribuirebbero in modo significativo, trasformandosi in ulteriore spinta anche per il turismo in termini di qualità della domanda.
Sono tutti temi che abbiamo posto più volte, anche attraverso mozioni e ordini del giorno in Consiglio comunale, sempre prontamente bocciati dal centrodestra. Speriamo che, finalmente, si apra in città un dibattito serio sulla pianificazione turistica e sui modelli a cui vogliamo ambire. La città, inserita in un sistema toscano costiero più ampio, ne ha bisogno per ampliare il ventaglio delle proposte al di là delle ricette già conosciute.