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“È la fede delle femmine come l’Araba fenice: che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa!”. Così fan tutte ossia La scuola degli amanti, il dramma giocoso di Wolfgang Amadeus Mozart, chiude la Stagione Lirica 23/24 del Teatro di Pisa.
Venerdì 15 (ore 20.30) e domenica 17 (ore 15.30), l’ultima delle tre opere italiane buffe scritte dal genio salisburghese su libretto di Lorenzo da Ponte sarà in scena per la quarta volta nella storia del Verdi ora con la direzione musicale del Maestro Aldo Sisillo sul podio dell’ORT – Orchestra della Toscana e la regia di Stefano Vizioli (luci di Nevio Cavina, coordinamento scene di Benito Leonori e coordinamento costumi di Roberta Fratini).
Questa nuova coproduzione – che vede come capofila la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi assieme a Fondazione Teatro di Pisa, Fondazione Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena, Teatro Sociale di Rovigo e Opéra-Théâtre of Eurométropole de Metz – segna anche il debutto nella Lirica del grande fumettista Milo Manara che, a 78 anni, per la prima volta disegna scene e costumi per un’Opera.
L’Eros pervade i disegni delle scene che raffigurano ninfe, fauni, dèi e sono ispirati alle Metamorfosi di Ovidio: “Chi legge questo testo – ha spiegato Manara – sa che è pieno di travestimenti a scopo seduttivo come Giove che si trasforma in cigno per conquistare Leda, o in toro per rapire Europa. Così fan tutte è un’opera audace che dimostra come anche per le donne sia possibile vivere avventure senza essere sposate o innamorate”. “Leggerezza e colori pastello ispirati al ‘700” completano la chiave scenografica ideata dal fumettista anche nel disegno dei costumi.
Il sestetto dei protagonisti è composto da voci internazionali e di esperienza come il soprano kazako Maria Mudryak (Fiordiligi), il mezzosoprano russo Lilly Jørstad (Dorabella), il baritono ceco Jirí Rainiš (Guglielmo), e poi Antonio Mandrillo (Ferrando), Francesca Cucuzza (Despina), Emanuele Cordaro (Don Alfonso). Il Coro Arché è diretto dal Maestro Marco Bargagna.
Giovedì 14 marzo alle 18, nel Foyer del Teatro, il pubblico è invitato all’ultimo appuntamento con la Guida all’Opera: il Maestro Cristian Carrara, direttore artistico della Fondazione Teatro di Pisa, accompagnerà gli spettatori in un percorso di approfondimento e conoscenza del Così fan tutte. L’ingresso è gratuito; seguirà un aperitivo offerto dalla Fondazione.
I biglietti per le due recite in programma sono quasi esauriti: tre le modalità di vendita: al Botteghino del Teatro di Pisa, al servizio telefonico 050 941188 e su www.vivaticket.com. Per info e orari: 050 941111.
Il meno rappresentato dei tre capolavori firmati Mozart-Da Ponte, perché a lungo gravato da pregiudizi sulla esilità e la frivolezza della trama, Così fan tutte debutta nel Teatro di Pisa come titolo conclusivo della Stagione 1983 con un cast di grandi interpreti tra i quali Rolando Panerai nel ruolo di Don Alfonso; ritornerà nel 1991 con la direzione di Claudio Desderi e la regia di Roberto Guicciardini e poi, per l’ultima volta, nel 2006.
Ora, dopo diciotto anni, il Così di Mozart si ripresenta sulla scena del Verdi non solo come ultimo titolo della Stagione operistica ma anche come epilogo del percorso nella trilogia mozartiana iniziato nel 2022 con il Don Giovanni e proseguito nel 2023 con le Nozze di Figaro.
“Il Così fan tutte è l’opera più emblematica e inafferrabile della trilogia Mozart-Da Ponte – commenta Stefano Vizioli che, dopo diversi anni da direttore artistico (dal 2017 al 2020), torna adesso a Pisa come regista -. È un’opera che mischia disinvoltamente comicità a tragedia, malinconia a erotismo sottile, filosofia e labirinti di passioni. Il Così va amato per la sua sublime incoerenza, è anche un titolo che per più di un secolo ha sofferto la patente di trama frivola e sciocchina e che solo negli ultimi quarant’anni è considerata la più profonda e insondabile di Mozart”. “La mia regia – spiega – giocherà sul non detto, sulla ambiguità, su una rete di tensioni inespresse, di silenzi e contraddizioni interne, di tempeste del cuore. Con il segno di Milo Manara, giocoso, colorato e vagamente licenzioso ho voluto declinare su una grammatica scenografica antica fatta di quinte e fondali, porte a scomparsa e piccoli ingegni di macchineria teatrale, il segno contemporaneo del grande artista italiano”.
– La storia
Commissionata dall’imperatore Giuseppe II d’Asburgo-Lorena e rappresentata per la prima volta il 26 gennaio 1790 al Burgtheater di Vienna, questo dramma giocoso in due atti è ambientato in Italia, in una Napoli di XVII secolo. Sui versi di Da Ponte, Mozart mette in musica la storia di una scommessa sulla fedeltà, dove equivoci e inganni non mancano, al pari del lieto fine e di domande sul senso dell’amore. I due ufficiali Guglielmo e Ferrando vanno vantandosi della fedeltà delle loro fidanzate, le sorelle Fiordiligi e Dorabella, polemizzando per questo con Don Alfonso, vecchio filosofo e loro amico.
Questi li convince ad accettare una scommessa per dimostrare la propria tesi. I due ufficiali fingono così di dover partire per la guerra e alle due donne si presentano due nuovi pretendenti: in realtà sono i loro fidanzati travestiti. Le sorelle restano assai colpite dai corteggiatori e cederanno, ciascuna conquistata dal fidanzato dell’altra. Despina, alleata di Don Alfonso, travestita da notaio, celebrerà i matrimoni delle nuove coppie, di fatto incoronando il vecchio cinico vincitore della scommessa. Alla fine, tuttavia, avviene l’agnizione, le coppie si riconciliano e si ricompongono perché in fondo Fortunato l’uom che prende ogni cosa pel buon verso, e tra i casi e le vicende da ragion guidar si fa.