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Una lapide commemorativa in marmo installata sulla parete laterale della scuola secondaria di primo grado di Ponte a Egola è stata inaugurata ieri mattina, per rendere omaggio ai 14 militari e ai 4 civili sanminiatesi internati che, dopo l’8 settembre 1943, furono vittime di deportazioni e rastrellamenti da parte di nazisti e fascisti. Presenti alla cerimonia, oltre al sindaco di San Miniato Simone Giglioli, anche l’assessore ai lavori pubblici Marco Greco, il consigliere delegato alla memoria Michele Fiaschi, promotore dell’iniziativa, don Federico Cifelli parroco di Ponte a Egola, i rappresentanti delle associazioni combattentistiche locali, l’ANED, l’ANPI, i rappresentanti delle Forze dell’ordine, alcuni familiari degli internati, insieme ad alcune classi della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto “Buonarroti”, accompagnati dalla preside Graziella Costanzo. Presente Orlando Materassi, presidente Nazionale ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati nei Lager Nazisti) che, al termine della cerimonia, ha tenuto una lezione di storia per gli studenti e le studentesse della scuola media, nella sala della Coop la Risorta.
Gli internati militari sanminiatesi, Albertino Bertelli, Vasco Costagli, Eusebio Ferri, Aldo Gradassi, Angelo Mainardi, Marino Morelli, Paolino Latini, Giuseppe Lelli, Danilo Luci, Rinaldo Rinaldi, Giuseppe Rossi, Alfredo Salvadori, Marino Salvadori e Guido Valori, furono catturati dopo l’8 settembre 1943 perché si rifiutarono di combattere a fianco della Wehrmacht. I civili Ugo Falcetti, Giovacchino Maggiorelli, Dino Selmi e Luciano Zingoni, aderirono allo sciopero del 1 marzo del 1944 ad Empoli, in seguito al quale vennero arrestati e portati dapprima nella caserma dei carabinieri, a Empoli, poi trasferiti alle scuole Leopoldine di Firenze e infine alla stazione Santa Maria Novella, dove la mattina dell’8 marzo 1944 vennero inviati nel campo di Mauthausen dove trovarono la morte.
“L’amministrazione comunale ha realizzato questa lapide come documento di memoria e riflessione, per far conoscere un pezzo di storia che riguarda la nostra città e i nostri cittadini – dichiarano il sindaco Giglioli e il consigliere Fiaschi -. Vogliamo ricordare alle giovani generazioni ciò che hanno rappresentato le deportazioni ed i rastrellamenti anche per la nostra comunità, in modo che diventi, anche nella memoria pubblica, un momento di narrazione di ciò che è accaduto nel corso della Seconda guerra mondiale”.