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Il polo è costituito da costituito da Cdp Venture Capital Sgr, Toscana Next, fondo di co-investimento regionale, insieme a gruppo di “business angels”
Grazie alla manifattura digitale, l’azienda passa dalla produzione alla personalizzazione di massa, riducendo l’impatto ambientale
La startup livornese 3DNextech, azienda spin off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, specializzata nello sviluppo di soluzioni connesse al mondo della manifattura additiva e della stampa 3D, annuncia la chiusura di un round di investimento da 1,5 milioni di euro. L’operazione vede l’ingresso nella compagine societaria di Eureka! Venture Sgr, attraverso il fondo Eureka! Fund I–Technology Transfer, investitore principale del round al fianco di RoboIT, il polo di trasferimento tecnologico per la robotica costituito da Cdp Venture Capital Sgr; del fondo di co-investimento regionale Toscana Next, istituito e gestito da Cdp Venture Capital Sgr e sottoscritto dalle principali fondazioni di origine bancaria della Regione Toscana, oltre che di un gruppo di “business angels” (investitori per startup con prospettive di sviluppo).
“3DNextech, azienda spin off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ci ha convinto per le solide basi di conoscenza scientifica possedute dal team e per la capacità di valorizzare questo know-how attraverso lo sviluppo di una tecnologia e un processo brevettato in grado di rispondere, in termini di maggiore sostenibilità, scalabilità e versatilità delle soluzioni di ‘post processing’ proposte, alle richieste di un mercato vasto, composto da aziende di varie dimensioni e in diversi settori”, sottolinea Anna Amati, partner di Eureka! Fund, che ha seguito l’investimento.
Questo round di finanziamento è stato finalizzato a consolidare la posizione di 3DNextech sul mercato, sviluppando in modo ulteriore la strategia di crescita dell’azienda nata per sostituire il concetto di “produzione di massa” con quello di “personalizzazione di massa”, grazie alla manifattura digitale. Quest’ultima consente di produrre a “chilometro zero” e quindi di ridurre l’utilizzo di energia e l’impatto ambientale.