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Il viaggio nell’arte e nella storia è raccontato dalla mostra “Pier Manrico Lapi maestro di arte, natura e bellezza” che sarà inaugurata domani venerdì 12 gennaio alle 18 in biblioteca comunale Adrio Puccini. La mostra sarà allestita fino al 31 gennaio nella biblioteca, in Saletta Vallini (visibile in orario di apertura del servizio) e in alcuni esercizi commerciali del centro storico.
Pier Marrico Lapi, o Pier Manrico Lapi, come preferiva essere chiamato, è scomparso 20 anni fa. Fu insegnante ma anche pittore, disegnatore e incisore.
“A distanza di 20 anni dalla tua scomparsa voglio far vivere ancora la tua arte nel nostro paese e metterti al centro della scena, perché mi hai trasmesso la tua sensibilità di cui ti sono grata, insieme al tuo senso critico con cui guardare meglio il mondo” afferma la nipote di Lapi, Ilaria Duranti. “Nature morte e paesaggi, che vivono ancora se guardo negli angoli più nascosti, anche del mio giardino. Tu a volte brontolone e severo, altre mi abbracciavi con quel tuo sguardo limpido, come il cielo. Adoravi metterci sempre alla prova con giochi matematici o di cultura generale e ti piaceva disegnare ovunque. Mi chiamavi storpiando il mio nome, quando non ero attenta o non ero come avresti voluto. Da bambina non capivo tante sottigliezze o l’uso di determinate parole, che avevano il potere di cambiare tutto, ma è un patrimonio che mi hai donato”.
“Pier Marrico Lapi ha saputo cogliere la bellezza del mondo e trasmettercela, sia attraverso le opere che ha realizzato sia attraverso gli insegnamenti che ha donato a tanti alunni” commenta Elisa Bertelli assessora alle politiche culturali di Santa Croce sull’Arno. “Abbiamo voluto coinvolgere nel percorso espositivo anche i commercianti per rendere la mostra ancora più legata alla comunità santacrocese”.
Pier Marrico Lapi nacque nel 1920 a Santa Croce sull’Arno da Ary Lapi e Maria Cambi, proprietari di una piccola confezione di pellicce. Manrico era un bambino molto intelligente, amava studiare e per questo i suoi genitori decisero di investire nella sua istruzione e si avviò sulla strada dell’insegnamento. Dietro questa sua passione per lo studio, c’era sicuramente un amore per il bello, il particolare e la sua raffigurazione. Partecipò alla Seconda Guerra Mondiale, dalla cui tragedia rimane un piccolo libretto, dove i disegni, gli appunti, anche ironici, di questo diario personale, stemperano questi anni, così difficili e impegnativi. Durante la guerra conobbe anche l’artista Rolando Filidei che rimarrà per tutta la vita un grande amico e una presenza costante. Tanto quanto l’incontro con Dilvo Lotti, con cui instaurò una collaborazione e al quale lo legava una forte amicizia. Alla fine del conflitto iniziò la sua carriera come insegnante in varie scuole del Comprensorio. Ancora oggi è ricordato per essere stato un bravo insegnante, che cercava di stimolare mentalmente i suoi giovani studenti in ogni ambito della conoscenza. Negli anni del Dopoguerra conobbe Rolanda Mazzanti, anche lei maestra molto amata e insieme ebbero due figli: Anna e Enrico. Oltre all’insegnamento e alla curiosità che lo caratterizzava, continuò il suo percorso “fuori dall’Accademia” come pittore, disegnatore e incisore. Nello stile dei pittori impressionisti, era facile trovarlo nei suoi momenti liberi in giro per il paese a ritrarre particolari che lo colpivano, con la sua tavoletta di colori, matite, pennelli e l’immancabile cappello a ripararlo dal sole. Nel 1993 uscì il libro “Così era Santa Croce”, da un’idea di Mauro Scali, raccontata da Pier Manrico Lapi e stampato a cura di Vinicio Scali, storia della piccola cittadina di Santa Croce sull’Arno, raccontata sia dal punto di vista fotografico, di ricostruzione storica, ma anche emozionale. Manrico ha continuato fino alla fine della sua vita a lasciare traccia della sua arte.