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In uno degli ultimi consigli comunali è stato approvato il Regolamento per i rapporti con gli enti del terzo settore che riguarderà molte associazioni del territorio sangiulianese. “Lo scopo è quello di valorizzare e riconoscere gli strumenti dell’amministrazione condivisa, a partire dalla co-programmazione e dalla co-progettazione, oltre alle convenzioni con le varie organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociali – affermano il sindaco Sergio Di Maio e l’assessora Roberta Paolicchi, presidente della Consulta comunale del volontariato -. L’Amministrazione Comunale ha sempre perseguito l’obiettivo di condivisione con gli enti del terzo settore per rispondere agli specifici bisogni della comunità e da oggi si inaugura una nuova fase per una piena condivisione, anche a partire da proposte delle associazioni stesse, per questo procediamo verso un coinvolgimento attivo”.
Per coinvolgimento attivo degli enti di Terzo settore (Ets) si intende: mettere a disposizione degli Ets interessati ed in possesso dei requisiti previsti dai singoli Avvisi pubblici i documenti e le informazioni necessari per la loro partecipazione ai procedimenti disciplinati dal presente Regolamento, nonché l’indizione e lo svolgimento dei medesimi procedimenti per il conseguimento delle finalità del presente Regolamento; per quanto riguarda gli enti di Terzo settore, una partecipazione proattiva, consapevole, collaborativa e responsabile, in quanto finalizzata alla migliore e maggiore cura degli interessi della comunità locale.
L’utilizzo delle procedure previste dal Regolamento deve tendere alla promozione di azioni stabili di collaborazione e di partenariato pubblico-privato sociale, capaci di sostenere: l’efficacia e l’appropriatezza delle risposte ai bisogni della comunità, anche mediante la qualificazione della spesa, dell’integrazione delle politiche pubbliche, della compartecipazione degli Ets e degli altri soggetti partecipanti ai procedimenti e, più in generale, mediante la sperimentazione di azioni, interventi e servizi migliorativi ed eventualmente innovativi; l’ampliamento, ove necessario e possibile, della platea dei soggetti destinatari degli interventi e dei servizi; il passaggio – anche graduale ed ove possibile – dei beneficiari degli interventi e dei servizi dalla condizione di assistenza a quella di inclusione sociale, con conseguenti benefici in ordine alla tutela della dignità individuale e della massimizzazione dell’utilizzo delle risorse pubbliche; la sostenibilità dei progetti degli interventi e dei servizi; la tutela dei lavoratori e la promozione della loro qualificazione; l’espletamento di procedimenti rispettosi del principio di legalità formale e sostanziale, con conseguente deflazione del contenzioso amministrativo.