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Ponsacco riscopre la sua storia medievale: «In piazza della Repubblica saranno valorizzati i resti archeologici»

Una torre trecentesca, i resti della Porta Pisana e un breve tratto delle mura di cinta. Grazie ai ritrovamenti archeologici in piazza della Repubblica Ponsacco ritrova la sua storia medievale. Sono state presentate le prime informazioni su ciò che è stato scoperto durante i lavori di restyling del cuore della cittadina.
«Durante i lavori di rifacimento di piazza della Repubblica – ha aperto la conferenza stampa la sindaca Francesca Brogi – ci sono stati ritrovamenti importanti per la storia della nostra cittadina. Il rifacimento della piazza è un obiettivo di mandato fondamentale, un progetto condiviso con la cittadinanza e con le associazioni di categorie e che fa parte del restyling del centro storico cominciato qualche anno fa, un investimento per valorizzare il cuore di Ponsacco pensando al pregio architettonico e artistico ma anche allo sviluppo economico».
Un iter progettuale, come hanno spiegato i tecnici dell’ufficio lavori pubblici, che si è concluso nel 2022. A settembre 2023 la sorpresa: durante la realizzazione dei sottoservizi della piazza, nella parte nord sono stati ritrovati i resti medievali. Una scoperta che ha portato a ripensare il progetto con l’obiettivo di valorizzare ciò che si trova nel sottosuolo, una verità diversa rispetto alle fonti che fino a questo momento sono state alla base della storia locale.
Il ritrovamento di maggiore interesse storico-archeologico è sicuramente quello relativo, ai resti della Porta Pisana e a un breve tratto di muratura della cinta urbana medievale. La porta è conservata con pochi filari in mattone al di sopra della risega di fondazione ed è confermata nella datazione dalla mensiocronologia dei laterizi con la quale è costruita. Al di sotto dell’arco era la viabilità di accesso al castello. Sebbene fosse noto dalle fonti storiche che nel 1365 la Repubblica Pisana fondò un nuovo castello (terra nuova) nei pressi di quel Pons Sacci già documentato a partire dal 1287, e che tale castello si qualificasse come centro fortificato costituito da una cinta muraria quadrangolare con almeno due porte con torri cavaliere (Porta Pisana e Porta Fiorentina), la distruzione di tale cinta muraria da parte dei fiorentini alla fine del XV secolo aveva fatto perdere la memoria di tale porzione della città.
«La costante interlocuzione tra il Comune e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno – ha detto Marcella Giorgio, funzionario archeologo, ha consentito di instaurare una fruttuosa collaborazione sin dalle prime fasi dei ritrovamenti. Tale cooperazione non solo ha consentito di gestire ogni fase del cantiere archeologico in armonia con le esigenze di valorizzazione urbana, ma ha mostrato un interesse condiviso teso alla salvaguardia di un pezzo importante e sconosciuto della storia cittadina. Tale volontà non solo ha consentito gli approfondimenti stratigrafici necessari a documentare e mettere in sicurezza i resti archeologici rinvenuti, ma troverà ulteriore proseguo nella valorizzazione della piazza (che recepirà parte della storia rinvenuta), nell’elaborazione finale dei dati archeologici rinvenuti (attualmente in corso da parte degli archeologi professionisti impegnati negli scavi) e in future azioni di condivisione pubblica dei risultati degli scavi con conferenze aperte a tutti e pubblicazioni di settore».