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Bolkestein, Il 2024 comincia senza certezze per i balneari, Sib Confcommercio Pisa: “Il Governo faccia chiarezza, in gioco il futuro delle imprese”

Anno nuovo, ma ancora nessuna certezza sul futuro delle imprese balneari. “Ci auguravamo che il 2024 portasse finalmente decisioni definitive e riferimenti normativi chiari e inappellabili, ma tutti gli auspici della categoria sono stati disattesi, sia a livello politico che giuridico” l’amaro commento del presidente del Sib Confcommercio Pisa Fabrizio Fontani.

“Eppure le dichiarazioni del Governo facevano presagire la volontà di risolvere una volta per tutte la questione Bolkestein. Invece la svolta auspicata si è dissolta, anche dopo la mappatura che individua come la superficie delle aree date in concessione riguardi il 33% delle coste italiane, appena un terzo, facendo quindi venir meno il principio di scarsità delle risorse naturali contenuto nella direttiva Bolkestein che di fatto scongiurerebbe la sua applicazione per le concessioni esistenti”.

Un futuro su cui si addensano nubi sempre più fosche “alimentate da un caos normativo che sta portando ogni comune a legiferare per conto proprio, in assenza di una legislazione nazionale univoca” prosegue Fontani “purtroppo siamo ancora ad auspicare un segnale unico e uniforme da parte del Governo, che deve però arrivare al più presto, senza ulteriori tentennamenti”.

“Siamo al più completo paradosso, da più di 15 anni si parla di Bolkestein e dopo la scadenza del 31 dicembre il futuro delle imprese balneari è ancora pieno di inaccettabili punti interrogativi” afferma il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli. “Si continua a chiedere agli operatori di mantenere servizi, accoglienza e sicurezza senza garantirgli alcuna certezza. Nel frattempo gli imprenditori si ritrovano nell’impossibilità di investire, molti di loro stanno spendendo per rimediare ai danni delle mareggiate, peraltro senza alcuna possibilità di programmare nonostante l’approssimarsi della stagione. Un dramma che sta portando inoltre al fallimento di un intero indotto, quello delle aziende che forniscono attrezzature e servizi alle imprese balneari, costrette a cancellare e annullare ordini già programmati da mesi”.

“Sollecitiamo” ribadisce Pieragnoli “la necessità e l’urgenza di dare risposte definitive a un settore che rappresenta una leva strategica del turismo nazionale e che contribuisce in modo determinante al Pil nazionale, in crescita di 8 miliardi nel terzo trimestre proprio grazie al turismo estivo e in particolare da quello balneare, senza contare che il sistema mare nel suo complesso vale il 25% del Pil italiano. Abbiamo tutti l’interesse a difendere una realtà che il mondo ci invidia, costituita da migliaia di aziende familiari che valorizzano i nostri territori, oltre a garantire lavoro e sicurezza nella fruizione delle spiagge. Dopo le tante promesse degli ultimi 15 anni non sono più ammissibili rinvii”.