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Nuovo appuntamento per “Pisa e il mondo Arabo”: giovedì 7 dicembre, alle 17.30, presso l’Archivio di Stato di Pisa (Lungarno Mediceo, 17) si terrà la tavola rotonda su I trattati medievali dell’Archivio di Stato: pisano e arabo, pisano in arabo. Intervengono Maria Luisa Ceccarelli Lemut, direttrice del «Bollettino Storico Pisano», Marco Maggiore, Fabrizio Franceschini e Issam Marjani dell’Università di Pisa e Giuseppe Mandalà dell’Università Statale di Milano.
Fabrizio Franceschini e Issam Marjani parleranno dei trattati, scritti in arabo, latino e volgare pisano e dotati di uno straordinario valore linguistico e culturale. In mostra all’Archivio si trovano infatti il primo trattato internazionale steso in un volgare italiano che ci sia giunto in copia originale coeva, il trattato tra Pisa e l’emiro di Tunisi dell’agosto 1264, e un unicum assoluto come la traduzione in pisano, ma scritta in caratteri arabi, della lettera-trattato inviata il 10 giugno 1366 dal signore di Bona e Bugia al doge di Pisa Giovanni de’ Conti Dell’Agnello. Tale traduzione serviva forse da lasciapassare per i mercanti e i pellegrini arabi nelle terre pisane, i quali potevano leggerne e farne capire il contenuto, pur non padroneggiando la nostra lingua, in modo da godere delle stesse garanzie offerte ai mercanti pisani in Africa settentrionale.
Giuseppe Mandalà parlerà di due lettere in giudeo-arabo provenienti dalla Genizah del Cairo, che gettano ulteriore luce sull’incursione pisana del 18 agosto 1064 nel porto di Palermo. Com’è noto, i proventi di questa spedizione contribuirono a finanziare l’edificazione del Duomo di Pisa. L’analisi delle dinamiche dell’incursione rivela da un lato aspetti interessanti del commercio ebraico a Palermo, dall’altro l’importanza della foce del fiume Oreto per il controllo della città e dei suoi abitanti.
Maria Luisa Ceccarelli Lemut tratterà la dislocazione, l’organizzazione e il funzionamento dei fondachi pisani nei paesi arabi, in rapporto sia ai trattati sia alle condizioni storiche, economiche e culturali della fase precedente.
Marco Maggiore mostrerà come il trattato pisano appartenga alla tipologia dei testi allografici, cioè testi in lingue e dialetti italiani scritti però non in alfabeto latino ma in altri sistemi di scrittura (greco, ebraico o, come in questo caso, arabo). Si tratta di testimonianze affascinanti, frutto di incontri di lingue e culture che dipendono dalla fitta rete di relazioni tra tutte le regioni affacciate sul Mediterraneo, nella quale la Pisa medievale giocava un ruolo di primo piano. A queste testimonianze, sempre notevoli e talora assai antiche, è dedicato il progetto di ricerca Manuscripta Italica Allographica, di cui Maggiore è Coordinatore nazionale.