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Dalle aule di Istituto Modartech ai laboratori di Dior, per occuparsi di materie prime e pelletteria destinate a calcare le più importanti passerelle mondiali. Lucia Cianfagna, 23 anni, è originaria di Bologna ed è qui che ha mosso i primi passi nel mondo della moda, lavorando per un’azienda dell’universo Valentino. Tre anni fa il trasferimento in Toscana, per studiare fashion design nella scuola di alta formazione di Pontedera.
Anime Salve, la capsule collection con cui si è fatta notare durante il corso di studi, usa il codice binario del bianco e nero per esaltare la materia prima più umana: il cuoio. Denim sostenibile e cotone organico sono lavorati con candeggio e sfrangiatura a richiamare la corrosione dell’animo, stringhe, lacci e cuciture al contrario diventano metafora di un’interiorità da riannodare. Gli accessori in metallo si fanno simbolo di resistenza e durevolezza nella quotidiana battaglia per salvarsi l’anima.
“Quando mi sono trasferita in Toscana – racconta Lucia Cianfagna – mi sono trovata a vivere la prima vera esperienza lontana da casa, in un contesto ancora fortemente influenzato dalle chiusure del Covid e per i primi tempi ho avuto un senso di disorientamento e solitudine. Per questo, quando ho realizzato la mia prima collezione, ho deciso di chiamarla con lo stesso nome dell’album di Fabrizio De André, dedicato agli spiriti solitari, Anime Salve”.
Lo stile della collezione si inserisce a metà strada tra il sartoriale e lo streetwear, con un particolare accento sui ricami e i dettagli in pelle che rimandano a ciò che spesso è celato e non corrispondente alla totale realtà delle cose. Oggi quel periodo di smarrimento è alle spalle e Lucia Cianfagna è pronta ad abbracciare nuove sfide. “Lavorare per una leggenda della moda come Dior – racconta – è sempre stato il mio sogno. Si tratta di un’opportunità unica, che mi arricchisce giorno dopo giorno, offrendomi la possibilità di conoscere da vicino gli aspetti che riguardano la nascita di un grande capo di abbigliamento, dalla sua concezione stilistica all’effettiva messa in produzione. Quando mi hanno chiamata non riuscivo a crederci: spero di poter proseguire qui il mio percorso professionale e arrivare ad affermarmi un giorno come designer”.