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La conclusa campagna per le elezioni spesso ha visto dichiarazioni pubbliche molto gravi nei miei confronti e per disinnescarle, almeno sul tema del Carnevale di Marina di Pisa, proverò ancora una volta a dare un contributo serio e come sempre disinteressato.
Secondo alcune persone infatti la chiusura del Carnevale sarebbe dovuta all’Amministrazione e in particolare al mio operato, la mia dell’azione svolta nella massima trasparenza è certificata da quello che voleva essere un commento di critica dettagliato nei miei confronti apparso sulla mia pagina facebook il 13 maggio che non sto a riportare, ma che conferma tutte le mie perplessità sulla gestione dell’evento.
Se infatti si conosceva già dal 2015, anno di ripartenza del Carnevale, che la sede nel capannone ex Gea era più che provvisoria e legata alle vicende del Porto, fino a gennaio 2023, quando la società ha richiesto di liberare i locali concessi in comodato, nessuno mai ha cercato spazi alternativi, che l’amministrazione ha anche suggerito senza ricevere alcuna proposta.
Il Nerini, oltre a prendere ferie per il trasloco delle attrezzature, non ha sottratto nulla e tanto meno non ha negato contributi comunali semmai ne avesse avuto il potere: il protocollo che finanziava le attività era legato alla tassa di soggiorno azzerata dal covid, ma nessuna proposta è stata avanzata sia per le iniziative invernali, che ad oggi, per quelle estive, come si è capito da un question time in consiglio comunale che ha fatto chiarezza qualche mese fa.
Sono gli atti ufficiali quelli che contano, il resto lo lasciamo ai leoni da tastiera.
Solo presentando un progetto sul tema l’accoglimento da parte degli assessorati appare scontato, addirittura ci sono notizie a livello regionale che potrebbero far rinascere questa iniziativa, ma certo alcune illazioni devono cesare.
I miei libri Ganascione 2.0 e 2.1 che raccontano la storia del Carnevale Marinese dal 1928 pubblicati con l’editore ETS, sono vincolati da leggi statali a prescindere dagli sponsor e il secondo non ha avuto nemmeno una degna presentazione.
Il logo del “Ganascione” è un marchio registrato, chi lo detiene è ancora disponibile all’uso ricevendo solo rassicurazioni di valorizzazione così come voluto dal compianto creatore Carlo Grassini, non si capisce il voler accantonarlo nelle ultime edizioni.
Ricordando il gran lavoro dei volontari indispensabili per la riuscita della manifestazione, il Nerini come sempre propone e non dispone e la proposta è quella di sedersi intorno ad un tavolo con il futuro assessore per far rivivere una storica manifestazione che ha portato sempre decine di migliaia di persone sul nostro bel Litorale.
Chi è disponibile faccia un passo avanti.Maurizio Nerini