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Scelgono la scuola superiore in base soprattutto alle materie insegnate, la maggior parte di loro ha seguito attività di orientamento, ma in tanti chiedono stage pratici prima di intraprendere un percorso di studi. Più di 1 su 3 continuerà a studiare dopo il diploma, ma il 30% è indeciso. Le ragazze hanno le idee più chiare: la metà andrà all’Università. Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine promossa nell’ambito del progetto “G.I.F – Giovani. Inclusione. Futuro per la Toscana”, con capofila UPI Toscana e il coinvolgimento delle province di Arezzo, Pisa, Pistoia e Siena, Ufficio Scolastico regionale e l’ITS Energia e Ambiente. I risultati sono stati presentati oggi durante il convegno “La scuola del domani: le figure del tutor e del docente di orientamento” all’Istituto degli Innocenti di Firenze.
L’indagine si è svolta attraverso un questionario rivolto a studenti e studentesse delle classi dalla II alla V e a referenti per l’orientamento delle scuole secondarie di secondo grado delle province di Arezzo, Pisa, Pistoia e Siena, con l’obiettivo di comprendere i processi di scelta e orientamento degli studenti e delle studentesse nelle fasi di passaggio dal primo al secondo ciclo di istruzione e del post diploma. Tra gennaio e marzo 2023 hanno risposto, in forma anonima e su piattaforma web, 13.525 studenti e 746 referenti delle quattro province toscane.
Tra gli studenti, il 60% ha affermato di essere stato coinvolto in attività di orientamento per la scelta della scuola secondaria di secondo grado durante la scuola secondaria di primo grado, il 26% no. La maggior parte (3mila) degli 8mila alunni che hanno seguito attività orientative hanno dato un giudizio medio sulle stesse attività (3, in una scala da 1 a 5), e lo stesso per il consiglio orientativo formulato dagli insegnanti. Nella scelta della scuola il fattore maggiormente determinante è il piano di studi (punteggio 3,72), seguito da genitori e famiglia (2, 74), vicinanza della scuola (2,56), professori (2,32) e infine amici (2,24). Tra le iniziative prima di intraprendere un percorso gli alunni preferiscono uno stage pratico (punteggio 3,20) a una full immersion (2,94).
A conclusione del periodo scolastico, il 37% vorrebbe proseguire con un percorso universitario e di istruzione superiore, il 21% invece cercare subito lavoro, il 30% è indeciso o non risponde. In questo caso si fa sentire la differenza di genere: vuole andare all’Università la metà delle studentesse contro il 28,31% degli studenti, pensa di cercare subito un lavoro il 13,23% delle studentesse contro il 33% degli studenti. Per quanto riguarda i referenti, la maggior parte (400) dà un valore tra 3 e 4 alla qualità delle attività di orientamento in entrata, e di 3 (191) per quelle in uscita. Per la maggior parte dei docenti andrebbero potenziati i microstage a piccoli gruppi (302).
“Il progetto G.I.F.– Giovani. Inclusione. Futuro per la Toscana ha tra gli obiettivi quello di individuare percorsi e modalità di orientamento il più possibile efficaci, primo strumento per contrastare la dispersione scolastica” commenta il presidente di Upi Toscana Gianni Lorenzetti. “Crediamo risulti ancora più strategico nel quadro del Piano per l’orientamento promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito con l’istituzione dal prossimo anno scolastico delle figure del tutor e del docente orientatore per accompagnare gli studenti nella costruzione del loro futuro di studi o in campo professionale. Per avviare percorsi personalizzati e inclusivi è necessario prima di tutto comprendere come avvengono le scelte degli studi”.