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Una rete sanitaria per curare in modo innovativo le malattie respiratorie che si avvale di sette ambulatori sul territorio e che utilizza nuove tecnologie per monitorare e curare i pazienti con patologie pneumologiche croniche direttamente a casa. A metterla in piedi l’Azienda USL Toscana nord ovest nella Zona distretto Alta Val di Cecina – Valdera. Obiettivo: avvicinare i medici ai pazienti, migliorare l’accesso alle cure delle malattie respiratorie, ridurre il ricorso ai ricoveri in ospedale.
“Abbiamo cominciato a sviluppare questa rete specialistica a partire dagli ambulatori pneumologici degli ospedali di Pontedera e di Volterra – spiega Guido Vagheggini, medico Ausl coordinatore della rete – potenziandoli grazie alla collaborazione del dottor Mauro Taccola e della dottoressa Elena Mariancini della strutture di Medicina Interna di Pontedera e Volterra, e con l’apporto dei medici specialisti Stella Cini, Carmine Ribas e Martina Luperini, che operano al pronto soccorso di Pontedera, e di Ada Mazzarella e Nolita Pulerà, provenienti dalla pneumologia di Livorno, diretta dalla dottoressa Filomena Marrelli”.
“I primi ambulatori pneumologici esterni agli ospedali erano stati aperti alcuni anni fa ai distretti sanitari di Pomarance e Larderello, seguiti alcuni mesi fa dalla Casa della salute di via Fleming a Pontedera. Dai primi di maggio la rete si è estesa con l’attivazione degli ambulatori specialistici al distretto sanitario di Ponsacco e all’unità di cure primarie di Bientina”.
“I pazienti possono accedere a questi ambulatori con prenotazione diretta per effettuare gli accertamenti e gli esami richiesti dai rispettivi medici di base – aggiunge Vagheggini – senza andare a farli in ospedale. In un territorio vasto e con poca densità abitativa come quello della Valdera- Alta Val di Cecina si tratta di una innovazione importante, che avvicina i servizi al domicilio dei pazienti cronici, che spesso possono avere crisi e ricadute che richiedono approfondimenti come emogasanalisi ed ecografia del torace”.
“A Pomarance e Larderello ciò è già possibile e presto, attraverso il potenziamento della tecnologia a disposizione degli specialisti, la capacità diagnostica della rete consentirà di seguire pazienti con insufficienza respiratoria, in ossigenoterapia o in ventilazione meccanica, direttamente sul territorio”.
“Avvicinare gli specialisti alle strutture territoriali permette anche di integrarne l’attività con quella della medicina generale. La cura delle malattie respiratorie croniche, in primis la BPCO (la bronco pneumopatia cronica ostruttiva), verrà gestita sempre più in modo sinergico tra medici di base e specialisti, indirizzando verso questi ultimi i casi più complessi e verso i primi la gestione della cronicità, anche attraverso programmi di addestramento del paziente alla gestione delle riacutizzazioni, con piani personalizzati di cura e sistemi di monitoraggio”.
“In Alta Val di Cecina alcuni pazienti già stanno aderendo ad un programma di automonitoraggio, promosso dalla Associazione degli Pneumologi Ospedalieri (AIPO), che utilizza la automisurazione della saturimetria e della frequenza cardiaca attraverso algoritmi di intelligenza artificiale che supportano pazienti e sanitari nella prevenzione e nella gestione delle riacutizzazioni. In alcune unità di cure primarie, ad esempio a La Rosa di Terricciola dove opera la dottoressa Lorenza Melosini, che è medico di famiglia e specialista pneumologa, sono attivi programmi di diagnosi precoce mediante spirometria di screening dei pazienti BPCO”.
“Si tratta di iniziative che sono concordate con i medici responsabili degli Ambiti funzionali territoriali di medicina generale, tra cui i dottori Michele Corsoni, Natale Niccolai, Cecilia Del Papa, e che sono state fortemente sostenute dal direttore del Dipartimento di area medica dell’AUSL, Roberto Andreini, dalla Responsabile della Zona distretto, Patrizia Salvadori, e dal responsabile dell’Unità funzionale Cure primarie dell’Alta Val di Cecina e Valdera, Massimo Giraldi”.