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La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ospita da lunedì 29 a mercoledì 31 maggio la Summer School “Evidence for Policy in Disaster Risk Management”, organizzata dal Consorzio Civitas Soteria (coordinato dalla società di ricerca e consulenza ICF e comprende, oltre alla Scuola Superiore Sant’Anna, i dipartimenti di protezione civile di diversi Paesi europei), su richiesta della Direzione-Generale per la Protezione Civile Europea e le Operazioni di Assistenza Umanitaria della Commissione Europea (DG ECHO). La Summer School ha il supporto dello Union Civil Protection Knowledge Network, che promuove lo scambio di conoscenze in materia di protezione civile tra tutti gli attori coinvolti a livello nazionale ed europeo.
L’evento, destinato a 70 tra esperti scientifici e decisori pubblici di tutti i Paesi partecipanti al Meccanismo di protezione civile dell’Unione europea, nonché dalle istituzioni europee e dalle Nazioni Unite, si articola in alcune sessioni plenarie e in sei Masterclasses tematiche, sul complesso rapporto tra conoscenza scientifica e decisione pubblica. L’offerta formativa mira ad approfondire – combinando riflessione teorica e strumenti fortemente interattivi – temi come la gestione e l’uso delle informazioni relative al cambiamento climatico; i modelli previsionali; il ruolo dei tecnici nel processo decisionale; la comunicazione del rischio; il diritto internazionale in materia di disastri; gli aspetti economici legati alla gestione del rischio.
La Summer School si apre lunedì 29 maggio alle ore 14.00, presso l’aula magna della Scuola Superiore Sant’Anna, con una prima sessione plenaria – trasmessa in diretta sul canale YouTube del Sant’Anna – che vede la partecipazione, tra gli altri, di importanti relatori quali Fabrizio Curcio (Capo del Dipartimento di Protezione Civile Italiano); Christos Stylianides (Ministro per la crisi climatica e la protezione civile della Grecia, già Commissario Europeo per l’assistenza umanitaria e la gestione delle crisi); Maria Chiara Carrozza (Presidente del CNR e già Ministra dell’istruzione, dell’università e della ricerca).
Nella giornata di martedì 30 maggio, seguono le sessioni parallele tematiche, in programma due volte durante la giornata per permettere la più ampia partecipazione e includono sia l’analisi teorica che l’esame di casi di studio, simulazioni di scenari operativi e altri strumenti interattivi. Le sessioni parallele sono tenute da esperti e decisori politici di alto livello, provenienti da prestigiose istituzioni pubbliche e accademiche tanto nazionali quanto internazionali, quali il Centro comune di ricerca della Commissione europea, la Banca mondiale, l’OCSE e da università di tutta Europa.
La sessione plenaria finale chiude i lavori della Summer School nella mattinata di mercoledì 31 maggio, per condividere e discutere i risultati dei due giorni di lavoro precedenti. La conclusione è affidata a Patrícia Gaspar, Vice-ministra dell’Interno del Portogallo e già Vice Comandante della Autorità Nazionale Portoghese per le Emergenze e la Protezione Civile (ANEPC).
Andrea de Guttry, Professore Ordinario di Diritto Internazionale della Scuola Superiore Sant’Anna e responsabile scientifico della Summer School, ricorda che “si tratta di un evento di grande rilievo sia sul piano scientifico, sia sul piano delle ricadute operative. Il nostro Consorzio è grato alla Commissione Europea per averci offerto questa opportunità di collaborazione. La Summer School offre ai professionisti del settore l’occasione di confrontarsi, costruire modelli comuni di analisi, interpretazione e decisione fondati sull’evidenza scientifica, ed espandere le loro reti. Mettendo in comune esperienze e competenze diverse, lo scopo è quello di affrontare in modo sempre più efficace situazioni di crisi a livello nazionale ed europeo”.
Dello stesso avviso di Andrea de Guttry è anche Artur Malantowicz (Commissione Europea) che commenta: “Abbiamo fortemente voluto che la Summer School avesse luogo in un contesto accademico, per dare l’occasione ai partecipanti di riflettere in maniera critica sui temi rilevanti e tornare ai loro compiti non solo più consapevoli della complessità dell’interfaccia scienza-politica, ma anche con indicazioni operative subito applicabili, sotto forma di buone pratiche e lezioni apprese”.