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In collaborazione tra l’Associazione Medicina e Assistenza ai Margini (MAM), la Fondazione Stella Maris e l’Università di Pisa, è stato organizzato un importante screening neuropsichiatrico nei campi profughi Saharawi di Tindouf. L’obiettivo principale di questa iniziativa è stato valutare e affrontare i bisogni di salute mentale dei bambini e dei ragazzi che risiedono in queste aree colpite da conflitti. Grazie al fondamentale supporto del Provveditorato agli Studi di Pisa, della Consulta degli Studenti della provincia di Pisa e dell’azienda Giotto-Fila, è stato possibile trasportare dalla lontana Italia ben 200 kg di materiale scolastico e altrettanti kg di farmaci (per la maggior parte donati dal Banco Farmaceutico Onlus), elementi fondamentali per garantire un adeguato supporto educativo e sanitario.
La prima presentazione dei risultati di questa importante missione si è tenuta presso l’Auditorium della Fondazione Stella Maris nei giorni scorsi, durante la quale la dott.ssa Ilaria Accorinti e la dott.ssa Linda Bonezzi, allieve della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Pisa, hanno illustrato le attività svolte durante il progetto, evidenziando la loro rilevanza e l’impatto positivo sulle comunità coinvolte. Al tavolo dei relatori erano presenti anche la professoressa Roberta Battini, direttrice della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile, la dott.ssa Annarita Milone, direttrice di UOS dell’IRCCS Fondazione Stella Maris, e il professor Giovanni Cioni, direttore scientifico di Stella Maris.
La dott.ssa Accorinti ha illustrato in dettaglio la missione dell’Associazione Medicina e Assistenza ai Margini (MAM), nata per rispondere alle esigenze socio-sanitarie dei più deboli ed emarginati, concentrandosi poi sul progetto “Ciliegi nel deserto”. Quest’ultimo prevede un supporto costante del popolo saharawi che vive nei campi profughi di Tindouf, nel deserto dell’Algeria. Nel corso della missione Ciliegi nel deserto 2023, le dottoresse hanno effettuato uno screening neuropsichiatrico completo sulla popolazione scolastica dei campi profughi Saharawi. Durante la sua presentazione, la dott.ssa Accorinti ha fornito una visione approfondita della vita quotidiana all’interno dei campi profughi di Tindouf, che attualmente ospitano oltre 173.600 persone, di cui il 38% ha meno di 18 anni. Inoltre, ha sottolineato il ruolo fondamentale delle donne all’interno di queste comunità.
Nonostante alcuni progressi nel sistema educativo e nell’alfabetizzazione della popolazione saharawi, esistono ancora diverse criticità. Ad esempio, non tutte le scuole dispongono di un numero sufficiente di insegnanti per coprire tutte le ore e le classi.
La dott.ssa Bonezzi ha evidenziato come l’assenza di un servizio di pediatria di base e di ambulatori specialistici all’interno dei campi profughi, abbia comportato diagnosi tardive di patologie come la paralisi cerebrale infantile, l’autismo e una mancanza di monitoraggio a lungo termine per disturbi come l’epilessia. Durante lo screening neuropsichiatrico, è stata effettuata un’intervista preliminare con le insegnanti per individuare i bambini con potenziali difficoltà; in seguito è stato somministrato alle insegnanti il questionario SDQ (Strengths and Difficulties Questionnaire). Attraverso l’intervista preliminare hanno partecipato allo screening 3.425 bambini delle classi terze, quarte e quinte elementari in 13 scuole. I risultati hanno evidenziato che il 2,16% dei bambini sottoposti allo screening presenta problematiche neuropsichiatriche, evidenziando un aspetto cruciale che richiede ulteriori attenzioni. Sebbene la partecipazione delle insegnanti sia stata variabile, si è notato che quelle più giovani si sono dimostrate più collaborative e aperte alle tematiche neuropsichiatriche. Questo sottolinea l’importanza della formazione degli insegnanti sui disturbi neuropsichiatrici per migliorare la comprensione e l’identificazione precoce di eventuali problemi nei bambini.
Mila Gramozio, Presidente della Consulta provinciale degli studenti, insieme a Elisa Belighi, membro della stessa Consulta, ha sottolineato l’importanza di iniziative come questa nel fornire supporto e assistenza alle comunità svantaggiate. Hanno sottolineato la fondamentale necessità di collaborazione tra organizzazioni e istituzioni per affrontare le sfide e migliorare le condizioni di vita in aree colpite da conflitti e crisi umanitarie.
Guardando al futuro, il progetto prevede di continuare lo screening neuropsichiatrico nei campi profughi Saharawi e di proseguire il lavoro con una formazione degli insegnanti al fine di garantire una maggiore consapevolezza e competenza nel riconoscimento e nella gestione dei disturbi neuropsichiatrici nei bambini. Inoltre, si auspica un ulteriore coinvolgimento delle istituzioni governative per promuovere politiche e risorse a sostegno delle necessità sanitarie ed educative dei residenti nei campi. L’esperienza di questo progetto ha dimostrato l’importanza di un approccio multidisciplinare e della collaborazione tra organizzazioni, istituzioni e comunità locali per affrontare le sfide legate alla salute mentale e al benessere dei bambini in contesti difficili. Attraverso iniziative come questa, si può contribuire in modo significativo al miglioramento delle condizioni di vita e offrire opportunità di crescita e sviluppo ai bambini che vivono in situazioni di emergenza umanitaria.
Nella foto il prof Cioni con Bonezzi, Battini, Accorinti e Milone