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Con 19 voti favorevoli (maggioranza e parte dell’opposizione), 1 contrario (Poli) e 2 astenuti (lista Rollo), il consiglio comunale di Cascina ha approvato il Piano strutturale intercomunale chiudendo così una partita molto lunga. “Il Piano ha subito numerose e sostanziali modifiche rispetto a quello approvato nell’estate 2020, ultimo atto dell’allora maggioranza prima delle elezioni di settembre – spiega il sindaco Michelangelo Betti –. Di piano strutturale abbiamo parlato tanto in questi due anni, nelle commissioni e in consiglio comunale, con la revisione della convenzione tra i Comuni di Pisa e Cascina. Questo atto finale ha una grande importanza per lo sviluppo del nostro territorio”. “Abbiamo disegnato l’area urbanizzata in maniera corretta, seguendo le linee di ciò che era già urbanizzato – aggiunge Irene Masoni, assessora all’urbanistica –: ciò mette un fermo e un freno all’ulteriore sviluppo dell’edificato, perseguendo l’obiettivo della minimizzazione del consumo di suolo. Non è solo un aspetto tecnico, ma ha un forte connotato politico. Abbiamo voluto incidere su aspetti che vedremo in maniera concreta quando stenderemo il Poc (piano operativo comunale) per migliorare la qualità della vita a Cascina. Il nostro è un territorio densamente popolato, per questo i nuovi strumenti devono avere l’ambizione, senza consumare nuovo suolo e recuperando l’esistente, di ridare centralità nelle nostre frazioni a presidi sociali importantissimi”.
Uno sviluppo, dunque, legato fortemente alla rigenerazione urbana. Come ad esempio le ex mostre del mobile: un obiettivo da raggiungere non solo con il residenziale, che sarebbe forse la risposta più semplice. Essendo strutture private, sarà necessario trovare un connubio tra le esigenze del privato e ciò che il pubblico vuole raggiungere, per evitare che tutto resti come è adesso. L’idea è quella di trasferirvi attività qualificate di servizio, a carattere direzionale o artigianale moderno. Tutto questo è scritto chiaramente negli obiettivi del piano.
Altro aspetto sottolineato è quello della conferenza paesaggistica, svoltasi a febbraio in due sedute ravvicinate, a riprova del buon lavoro che è stato condotto sullo strumento urbanistico: non sono state infatti rilevate problematiche di grande rilievo. Rispetto all’impianto generale, la conferenza paesaggistica non ha rilevato nessuna criticità in relazione alla perimetrazione del territorio urbanizzato. Per quanto riguarda Cascina, ci sono state richieste di chiarimenti su aree verdi già esistenti come il parco di San Donato, il parco Collodi e l’area dell’orto botanico: zone vuote dentro un territorio urbanizzato da foto aeree, ma riconosciute come aree verdi e quindi correttamente inserite.
“Ringraziamo tutti i tecnici che hanno fatto parte dell’ufficio di piano – concludono Betti e Masoni – e che hanno contribuito alla realizzazione del Piano strutturale intercomunale. Abbiamo così posto le regole, gli obiettivi e i limiti per la partenza e l’avvio dello strumento di pianificazione di dettaglio che è il Poc”.