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Una mattinata di scambio con le ragazze e i ragazzi delle classi terze della scuola secondaria di primo grado di Ponte a Egola per parlare di memoria, con l’obiettivo di avvicinare le coscienze a un senso di civiltà, pace e tolleranza. Presenti all’incontro nella sala della Coop la Risorta, il sindaco Simone Giglioli, il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo e il consigliere delegato alla memoria Michele Fiaschi che hanno ascoltato i lavori prodotti dagli studenti e dalle studentesse durante i percorsi di studio sul tema della memoria, realizzati insieme ai loro insegnanti e alla dirigente Graziella Costanzo.
“L’incontro di ieri mattina non è stato solo una commemorazione, ma anche, e soprattutto, un momento per insegnare ai giovani il significato della libertà, che è un diritto fondamentale di ogni cittadino e ogni cittadina – dichiarano il sindaco di San Miniato Simone Giglioli e il consigliere delegato alla memoria Michele Fiaschi -. Il nostro compito, come istituzioni, è quello di insegnare a riconoscere precocemente i segnali di odio e di intolleranza che stanno alla base di ogni genocidio e di ogni guerra, e lo abbiamo voluto fare nella giornata dedicata al bullismo e al cyberbullismo perché queste sono le insidie del nostro tempo. Il ruolo della scuola e delle istituzioni è quello di difendere i diritti inviolabili di ogni essere umano e di ogni comunità, affermando la libertà come valore fondamentale della nostra esistenza”.
“Attraverso la memoria dobbiamo costruire le condizioni per cui ogni ragazzo o ragazza possa conoscere, capire, per non essere indifferente – ha dichiarato il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo -. Nel 2019 ho visitato per la prima volta i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau partendo dal binario 16 della stazione di Firenze, dove oggi si trova una lapide in cui è scritto che gli ebrei, i rom, i sinti, gli omosessuali, venivano presi e inviati ai campi di sterminio. Ed è un’esperienza che ci ha cambiati. La creazione di una coscienza collettiva richiede di non essere mai indifferenti, anche rispetto alle piccole cose. E’ necessario che si creino le condizioni per stare nella società in maniera differente, senza considerare una guerra lontana geograficamente come qualcosa che non ci appartiene, solo perché avviene a chilometri di distanza da noi. E per farlo dobbiamo fare in modo che il 27 gennaio sia tutto l’anno, perché solo costruendo una coscienza critica possiamo creare le condizioni per avere un mondo migliore – e conclude -. Ringrazio voi e i vostri insegnanti per gli interventi di oggi nei quali è racchiuso il seme giusto che adesso tocca a tutti noi annaffiare e far crescere; non siate mai indifferenti, ognuno di voi, nel suo piccolo, può fare la sua parte, perché non c’è futuro senza memoria e non c’è memoria senza futuro”.