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Riceviamo e pubblichiamo una lettera dei tecnici di laboratorio costruzione aeronautica dell’ITI “Leonardo da Vinci”, che esprimono preoccupazione sulla condizione dell’hangar di Via Contessa Matilde
Noi tecnici dei laboratorio di costruzioni aeronautiche dell’ITI “Leonardo da Vinci” di via Contessa Matilde a Pisa, vogliamo rappresentare una situazione che ci preoccupa. La struttura del nostro hangar realizzata negli anni ’70 , alla fine degli anni ’80 dimostrò carenze prevalentemente negli infissi metallici che si erano molto ammalorati e che per questo furono oggetto di un intervento con dei fogli di plastica messi in opera da parte dei tecnici della scuola che hanno protetto da infiltrazioni, ma nessun intervento strutturale è mai stato fatto da parte dell’Amministrazione Provinciale che nel frattempo aveva preso in carico tutte le strutture.
Prima degli anni 2000 si pensava di arrivare ad un restauro per farne una sorta di museo-scuola, di reperti ce ne erano in abbondanza così come l’interesse, ma poi l’idea è stata abbandonata. La struttura si divide in un locale interno usato come laboratorio aeronautico con la presenza importante di una Galleria del Vento didattica a ciclo aperto e in una parte visibile dalla strada, riconoscibile per la forma particolare disegnata da un noto professionista, pensata per la costruzione di velivoli ,ma anche per manutenzione dei quelli presenti in mostra statica nel giardino della scuola, ricoverabili alla bisogna all’interno con accesso dal grande portone
L’hangar negli anni è stato sede della costruzione di un aereo ultraleggero volante nel 2003 oltre che di progetti didattici sul volo virtuale e l’aeromodellismo. Il locale è stato anche occupato da armadi e suppellettili che i tecnici del laboratorio hanno spostato dalla vicina Officina Aeronautica quando si è deciso di effettuare dei lavori straordinari alla copertura di questa nei primi anni dopo il 2010.
A lavori finiti i tecnici del laboratorio hanno ripristinato tutto. Nel tempo il lavoro posticcio agli infissi ha dimostrato tutti i suoi limiti, ci si è resi conto che era urgente intervenire e per questo i tecnici del laboratorio hanno spostato “anche urgentemente“ armadi e suppellettili nel centro del locale, non permettendo più lavorazioni aeronautiche, ma nessun cantiere è partito lasciando per anni le transenne posizionate in modo inusuale all’interno.
Il problema più grande però era l’allagamento soprattutto del laboratorio aeronautico anche con piogge e pochi anni fa si è deciso di rialzarne di 15 cm il pavimento . Per questo i tecnici del laboratorio hanno spostato armadi e suppellettili nel locale più grande, inutile dire che a lavori finiti i tecnici del laboratorio hanno ripristinato tutto, compreso, durante il periodo pandemico, l’adattamento in altezza della “Galleria del vento”.
Prima della pandemia si era intanto intervenuti con il rifacimento della copertura e con l’istallazione della linea vita sul tetto ad arco della struttura, questo ha comportato che i tecnici del laboratorio abbiano spostato armadi e suppellettili, gettando via tutte le strutture in legno depositate che avevano subito danni dalle infiltrazioni copiose. Successivamente qualcuno ha pensato che tutto fosse da abbattere in barba al progettista famoso, quindi sono stati fatti, per mesi, parecchi saggi al cemento armato dei pilastri, nella copertura, nei muri perimetrali, lasciando scoperti i tondini di ferro della struttura.
Questi saggi sembra che abbiano rivelato che l’opera era strutturalmente sana… tutto questo dopo aver speso soldi per la copertura. Allora crediamo sia stato fatto un progetto al quale hanno fatto seguito le esigenze di non si sa chi di fare ulteriori saggi: nel prato dietro la struttura quelli geologici poco invasivi e quelli archeologici, invece molto invasivi, all’esterno e all’intero del locale hangar con 3 grandi scavi di 4×4 metri profondi 3 metri.
I tecnici del laboratorio hanno spostato armadi e suppellettili… e aerei, dal centro ai bordi del locale. Logicamente non sappiamo gli esiti degli scavi, ma quando abbiamo visto che alla ditta sono stati richiesti due ulteriori scavi, uno interno e uno esterno di alcuni metri, in prossimità della struttura per “vedere le fondamenta”, sovvengono alcune domande alle quali l’Amministrazione Provinciale deve dare urgenti risposte:
Cosa prevede il progetto?
Qual è il crono-programma?
Quando finalmente potremo usare l’hangar almeno per la ristrutturazione dei velivoli esterni che cadono a pezzi?