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Il Garante dei disabili del Comune di Pisa Alessandro Di Ciolo, chiamato dal 25 ottobre 2022 a ricoprire il ruolo di “punto di riferimento per le persone disabili per la tutela dei loro diritti e degli interessi individuali o collettivi in materia di disabilità” nella città di Pisa, lancia un appello al mondo del lavoro: «Sono centinaia i posti di lavoro che la normativa (legge 68 del 1999) riserva alle persone con disabilità non ancora coperti a Pisa e provincia. Mi rivolgo a enti pubblici, aziende, associazioni di categoria, ordini professionali, associazioni, perché rendano concreto un diritto, e al contempo, sappiano cogliere l’opportunità di scoprire le capacità professionali dell’individuo, andando oltre le apparenze».
«Purtroppo – prosegue Di Ciolo – pochi sforzi sono stati fatti in generale rispetto ai pregiudizi che ancora si manifestano, condannando di fatto queste persone più fragili, all’emarginazione nelle città, nelle periferie, e nei loro territori. Così molte persone con disabilità, sia fisica che cognitivo-sensoriale, specie nelle fasce sociali meno abbienti o con minor istruzione, sono segregate in casa assieme alle loro famiglie, a causa dell’assenza di supporti, sostegni e opportunità. La conseguenza evidente di questa situazione è il pesante carico che ricade sulle famiglie, sia a livello finanziario che sociale».
Quali sono le possibili soluzioni da mettere in campo? «Credo – spiega il Garante dei disabili – che le politiche sociali a sostegno delle persone disabilità rappresentino un importante strumento di inclusione sociale e di tutela per garantire uguali opportunità e diritti a tutti. Le misure di supporto possono essere varie: gli interventi per l’abbattimento di barriere architettoniche e sensoriali sono sicuramente forieri di inclusione e integrazione nella vita sociale, ma da soli ritengo che non bastino. È necessario abbattere barriere ben più profonde di quelle architettoniche, quali quelle psicologiche, culturali, se non anche pregiudiziali. Alcuni esempi da mettere in campo sono l’adeguamento del trasporto pubblico, e soprattutto i provvedimenti che facilitino l’inserimento lavorativo».
«Le persone con disabilità – conclude Di Ciolo – sono le più esposte alla marginalizzazione economica e sociale. L’intervento pubblico può tutelare loro maggiore autonomia. L’inclusione sociale è un obiettivo importante da perseguire per garantire a questa fascia di popolazione pari diritti e opportunità, soprattutto attraverso il lavoro. Enti pubblici e privati sono obbligati ad assumere persone con disabilità: forse, finché si vedrà questo diritto solo come un obbligo da parte delle imprese, sarà più difficile da garantire. In effetti dovrebbe essere concepito dal mondo del lavoro come una doppia opportunità: per la persona disabile che ha così un impiego, una possibilità di realizzazione professionale e di autonomia economica, ma anche per l’azienda che potrebbe valorizzare le caratteristiche di ciascun individuo e metterle a frutto, a tutto vantaggio dei risultati lavorativi. Mettendo in atto quello che si dovrebbe fare sempre nel mercato del lavoro, l’incontro tra la domanda e l’offerta».