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Il numero fuori controllo dei cinghiali non è un problema più e soltanto degli agricoltori che continuano a subire danni alle coltivazioni, 141 mila euro nel solo 2021, ma per tutta la comunità e sempre più per la sicurezza stradale. A denunciarlo è Coldiretti Pisa che, all’indomani del triste primato della Toscana sul numero di incidenti provocati dagli animali selvatici – 47 in due anni, 20 solo nel 2022 di cui 3 mortali – ha stilando una mappa delle strade provinciali ad alto rischio. Si tratta di strade regionali, provinciali e comunali dove si sono verificati incidenti, anche mortali, documentate dalle cronache o oggetto di segnalazioni ripetute di attraversamento di cinghiali ed altre specie da parte degli agricoltori. Tra le cinquanta strade toscane considerate più pericolose ci sono sette strade provinciali. Si tratta della provinciale Castellina Marittima, della provinciale delle Colline per Egola (Palaia), del tratto di via Livornese che collega Cenaia alle Quattro Strade (Crespina Lorenzana), la Provinciale 13 “del commercio”, la SR 69 Val di Cecina, la SR 439 Sarzanese Valdera e Tosco Romagnola Est.
“La presenza fuori controllo degli ungulati è diventato di problema di sicurezza che riguarda tutti. Cinghiali, daini, caprioli e mufloni non devastano solo i raccolti degli agricoltori ma sono un pericolo per la circolazione stradale, per le aree urbane e per la salute pubblica. Nella nostra provincia centinaia di km di viabilità tra statali, regionali, provinciali e comunali sono diventate delle trappole a causa delle alte probabilità di imbattersi in un cinghiale che sbuca all’improvviso in mezzo alla carreggiata con conseguenze purtroppo anche gravissime per chi percorre quel tratto. E’ un attimo fatale che può trasformarsi in tragedia. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Pisa nonché Presidente Coldiretti regionale – A spingere i cinghiali nelle aree urbane è il numero fuori controllo di questa specie insieme ad altri fattori come la siccità, la presenza di una popolazione di predatori, il lupo, in forte aumento che li minaccia, la facile disponibilità di cibo nei centri abitati e l’incuria delle aree periurbane. La presenza di ungulati e predatori è una delle principali cause dell’abbandono delle nostre campagne e delle nostre montagne: aree spesso difficili in cui fare agricoltura è diventato impossibile ed insostenibile con conseguenze sul paesaggio, sulla cura del territorio, sulla biodiversità e sulla produzione di cibo per la comunità”.
Da anni Coldiretti si sta battendo per ristabilire l’equilibrio. In Toscana, su sollecitazione della Federazione regionale, è stata modificata dalla Regione Toscana la legge 310/2016, per consentire agli agricoltori-cacciatori di intervenire direttamente contro gli ungulati per proteggere i raccolti, dopo averne segnalato la presenza nei propri fondi. Ora anche il Governo nazionale si muove. “E’ una prima misura – conclude il Presidente Filippi – Quello che chiediamo è un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della Legge 157 del 1992 che consenta di estendere i piani di controllo coordinati dalla Regioni ed arrivare così ad un contenimento drastico per contenere un fenomeno che non riguarda sol più e soltanto gli agricoltori ma tutta la collettività. Gli ungulati stanno provocando una strage sulle strade e danni quotidiani alle aziende agricole già strette nella morsa di rincari, inflazione e cambiamenti climatici”.