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Quasi 170mila euro di introiti in meno di quattro anni, oltre al risparmio sulle spese di sgombero rottamazione e smaltimento. E’ questo il positivo risultato raggiunto dall’Asl Toscana nord ovest grazie alla vendita all’asta di beni mobili e tecnologie da dismettere di proprietà aziendale.
Un’attività unica a livello regionale, svolta grazie ad una convenzione stipulata con l’Istituto di Vendite Giudiziarie SO.FI.R srl. con sede in Lucca e a costo zero per l’Azienda sanitaria.
L’esperienza ha evidenziato un grande interesse da parte del mercato per apparecchiature di radiodiagnostica, ecografi, apparecchiature per endoscopia, attrezzature e arredi chirurgici, ma anche autovetture e persino cavi di rame.
Tra gli estimatori degli oggetti venduti all’asta, in particolare per le attrezzature radiologiche, ci sono cliniche private, strutture veterinarie ma anche attività operanti all’estero.
Ad esempio sono state recentemente vendute tre Tac: nel 2021 una proveniente dall’ospedale di Portoferraio per 22mila euro, nel 2022 due dismesse dagli ospedali di Fivizzano (per 7.600 euro) e Pontremoli (per 5.300 euro).
Questi nel dettaglio i risultati economici degli ultimi anni legati a questa attività.
Nel corso del 2019 sono stati effettuati 8 mandati che hanno compreso 86 lotti per un totale di 134 oggetti, di cui 133 venduti. Queste vendite ha portato un incasso di 25.171 euro.
Nel 2020, anno di maggior incidenza dell’emergenza Covid, i mandati sono stati in numero inferiore: 3, per un totale di 31 lotti e 72 beni messi all’asta, di cui 55 venduti per un introito di 9.934 euro.
Nel 2021 i mandati sono stati 6, per complessivi 36 lotti e 278 oggetti messi in vendita, di cui 277 venduti. Il ricavato complessivo è stato di 85.005 euro.
Nel 2022 sono stati effettuati 5 mandati, per 21 lotti su 22 è stata conclusa la vendita con un incasso di 49.226 euro.
“I grandi macchinari sanitari – spiega il direttore del dipartimento Tecnico e patrimonio Nicola Ceragioli – suscitano in effetti molto interesse sul mercato nazionale e internazionale in quanto le apparecchiature, se in buono stato, sono utilizzate dove possono essere sufficienti standard meno elevati (ad esempio in ambito veterinario) oppure vengono usate per il recupero di pezzi di ricambio. Per l’Azienda c’è l’ulteriore risparmio di non dover pagare lo smontaggio del macchinario e il suo smaltimento.
Non da meno il risultato che ha portato la messa all’asta delle autovetture, che ha confermato come questa metodologia di vendita rappresenti anche una risorsa per esentare l’Azienda dalle procedure e dalle spese che diversamente avrebbe dovuto sostenere per la rottamazione. Un riscontro assai positivo da parte del mercato l’abbiamo avuto quest’anno per alcune bobine di cavi di rame ormai datate, stimate dal perito per un valore di base d’asta di 4.000 euro, che poi hanno raggiunto un prezzo di aggiudicazione, molto più alto, di 19.200 euro.
Dunque, anche un articolo che potrebbe essere considerato banalmente un problema o un peso da smaltire, grazie alla vendita pubblica all’asta diventa una grande risorsa, in tempi in cui le materie prime per i cicli produttivi scarseggiano.
In sintesi, questa attività negli anni, pur essendo stata svolta in via non prioritaria, ha portato all’Azienda benefici economici non solo dal punto di vista delle entrate finanziarie derivanti dalla vendita dei beni, ma anche per gli evidenti risparmi di costo legati all’alienazione di grandi apparecchiature, allo smaltimento di alcuni rifiuti, alla rottamazione di autoveicoli, allo sgombero di locali e magazzini (spese di facchinaggio).
La vendita all’asta dei beni patrimoniali dismessi è una peculiarità assoluta in ambito regionale, ma forse anche nazionale, della nostra Azienda, che ha potuto giovarsi dell’esperienza ventennale in questo specifico campo della ex Asl 2 di Lucca”.
“Questa attività- prosegue il responsabile dell’unità operativa Patrimonio – Beni mobili Corrado Benvenuto – non riguarda tutti i beni Asl dismessi, perché solo una parte di questi oggetti ha un mercato di riferimento.
E’ proprio la nostra lunga esperienza, e quindi la conoscenza di ciò che potenzialmente può essere messo in vendita, che garantisce l’esito favorevole delle aste e il proficuo rapporto con l’istituto che le gestisce.
Ogni volta che al nostro ufficio Patrimonio arrivano richieste di messa in fuori uso, per quei beni che possono essere venduti viene svolta un’attività di indagine chiedendo a chi ha avanzato la richiesta le condizioni, la funzionalità e una documentazione fotografica del bene. Se l’indagine porta ad una valutazione positiva per la vendita, viene redatto un verbale di definizione del prezzo a base d’asta: in base alla tipologia del bene, il verbale è sottoscritto dal responsabile delle Tecnologie sanitarie per gli elettromedicali, dalle Tecnologie informatiche per le attrezzature informatiche, dal responsabile del Patrimonio per tutti gli altri beni.
Viene quindi redatto il mandato a vendere, comprensivo di tutte le tipologie di beni che saranno messi in asta a firma del responsabile dell’unità operativa Patrimonio e inoltrato all’Istituto Vendite Giudiziarie (IVG) per la successiva vendita all’asta. Insieme all’IVG vengono consegnate anche le foto del bene, che sono pubblicate sull’apposito sito. L’Istituto incaricato alla vendita ha il compito di pubblicizzare ed effettuare le aste, provvedere alla riscossione e redigere il verbale d’asta che trasmetterà alle strutture Asl di Patrimonio e Bilancio.
L’asta può essere espletata on-line (soprattutto per attrezzature di grandi dimensioni) o nei locali aziendali. Per le aste in loco all’acquirente viene consegnato un breve documento contenente le istruzioni per il ritiro degli oggetti acquistati in asta. Il bene acquistato può essere consegnato subito dopo l’aggiudicazione o, accordandosi con l’operatore aziendale, in un momento successivo. La consegna avviene con le modalità previste per il ritiro, facendo firmare all’acquirente una liberatoria dai rischi connessi allo smontaggio e spostamento del bene fino all’uscita dei locali aziendali e dietro presentazione di fattura regolarmente pagata rilasciata dall’Istituto Vendite”.
“La collaborazione in convenzione con l’Istituto di Vendite Giudiziarie SO.FI.R srl. con sede in Lucca – chiude l’ingegner Ceragioli – è stata recentemente ufficializzata con l’ultima aggiudicazione dopo procedura negoziata di affidamento del servizio a valere dal 4 marzo 2022 fino al 4 marzo 2025. Il servizio è a costo zero per la nostra Azienda in quanto all’I.V.G. viene riconosciuta una percentuale del 16% più IVA a carico dell’acquirente, calcolando tale percentuale sul prezzo di aggiudicazione dei beni. In alcuni casi, per i lotti che in prima gara non hanno visto formalizzata alcuna offerta, in seconda gara il perito dell’IVG ha facoltà di ridurre il prezzo di base d’asta fino al 50% o, dopo la seconda gara, di unificare i lotti per rendere l’offerta più appetibile al mercato di quel momento”.