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“Dal 2018 è cresciuto numericamente il personale sanitario, sono stati stati implementati i rapporti con le associazioni di volontariato e soprattutto sono aumentati i servizi e le strutture a disposizione dei cittadini”. Questo il bilancio tracciato da Costanza Galli, responsabile della rete aziendale delle Cure Palliative, a cinque anni dalla istituzione dell’unità complessa in Azienda USL Toscana nord ovest.
“Sono stati anni molto intensi e impegnativi – ammette Costanza Galli – ma non possiamo che gioire dei risultati raggiunti. La dotazione di personale a disposizione è cresciuta grazie soprattutto all’arrivo di 20 nuovi medici che hanno permesso di arrivare a coprire tutto il territorio e all’inserimento di una psicologa, Monica Andreini, e di una dirigente infermieristica con incarico di complessità organizzativa, Barbara Bedina, dedicate esclusivamente alla nostra rete. Si tratta di un rafforzamento dal punto di vista quantitativo e qualitativo che dimostra la volontà nostra, e soprattutto della direzione aziendale, di sostenere un servizio inserito da anni tra i livelli essenziali di assistenza, ma a lungo considerato come accessorio rispetto alle cure sanitarie. In questo complesso percorso di riconoscimento e formalizzazione si inserisce anche l’accreditamento della rete aziendale che confidiamo possa terminare entro la fine dell’anno”.
“I nostri servizi – continua Galli – si sono nel tempo articolati e vengono offerti ormai in tutti i setting, dalle residenze assistite al domicilio oltre che nei vari reparti ospedalieri grazie alle molte consulenze che ormai i colleghi scelgono di chiederci. Ma oltre ad essere cambiato il tipo di approccio da parte degli operatori si è modificata anche la stessa tipologia di paziente che ormai non è più solamente oncologico. La nostra presa in carico si è estesa alle persone affette da patologie degenerative allargando così di molto il nostro bacino di utenza. Per raggiungere questo obiettivo è stato determinante il coinvolgimento del terzo settore con convenzioni adeguate alle nuove normative. Siamo così riusciti a stringere accordi, su tutto il territorio aziendale, con le associazioni organizzando e legittimando un lavoro che mi piace definire come prezioso e imprescindibile”.
“Ma ad essere cresciuti – prosegue Galli – sono anche le strutture e i servizi a disposizione di tutti i cittadini. Complessivamente siamo riusciti ad incrementare di 13 unità i posti di letto negli hospice ormai presenti in maniera uniforme su tutto il territorio aziendale in modo da poter assicurare un’offerta omogenea e in prossimità della residenza degli assistiti, un aspetto non trascurabile nel nostro settore. È stata poi attivata anche una convenzione con un’associazione per assicurare una specifica assistenza spirituale dedicata alla nostra tipologia di pazienti. Non spetta a noi prolungare o abbreviare l’esistenza del malato: a noi tocca il compito di provvedere al sollievo dal dolore fisico e psicologico nel tentativo di rendere ogni istante “vita” e non un tempo di attesa della fine. E a questo impegno non abbiamo voluto derogare nemmeno durante i mesi più duri della pandemia quando siamo riusciti a dedicare 5 posti letto ai pazienti terminali che risultavano positivi al Covid. Anche nei loro confronti era giusto riconoscere il diritto ad un fine vita accompagnato da tutti i nostri servizi”.
“Anche nel settore delle Cure Palliative – spiega il direttore generale dell’Azienda USL Toscana nord ovest, Maria Letizia Casani – ci stiamo impegnando per assicurare un livello omogeneo di qualità delle prestazioni su tutto il territorio seguendo i requisiti indicati a livello nazionale e regionale. Per questo abbiamo lavorato per rafforzare le zone che ne avevano più necessità. Per il raggiungimento di questo fine non posso che ringraziare, oltre alla dottoressa Galli, tutti i nostri operatori impegnati nella rete aziendale, ma anche associazioni e istituzioni per il sostegno assicurato all’Azienda nel tentativo di garantire un livello di offerta adeguato ad una tipologia di servizio che, oltre ad essere un dovere sanitario, rappresenta un vero e proprio dovere morale e civile”