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Sindaco Conti alla Festa della Toscana: «Pisa, da sempre in favore delle battaglie sociali e civili. Importante ricordare e difendere diritto di manifestazione del pensiero e liberà di stampa»

L’intervento del sindaco di Pisa, Michele Conti, al Consiglio comunale straordinario dedicato alla Festa della Toscana.

«La Regione Toscana nel 2001 decise di istituire questa Festa e, da allora, si celebra in tutti i Comuni ricordando la grandiosità dell’atto di civiltà legislativa messo a punto da Pietro Leopoldo, per non cancellare dalla memoria comune l’origine del cammino lungo e tortuoso per la salvaguardia dei diritti dell’uomo che ha visto la Toscana e i suoi governanti del passato svolgere un ruolo da protagonisti.

Un cammino che va rinnovato con impegno quotidiano, che deve vedere le istituzioni in prima linea per contrastare soprusi e ingiustizie e ribadire, ancora oggi, il diritto di ogni uomo a non essere condannato a morte da altri uomini.

Una festa, quindi, istituita anche per ricordare ai toscani, attraverso una data di grande significato civile, che per primi al mondo i loro antenati hanno visto abolita la pena di morte. Un altro motivo per essere orgogliosi di essere toscani, come ognuno di noi è orgoglioso di essere pisano. E proprio qui a Pisa, a Palazzo Reale, che Pietro Leopoldo di Lorena Granduca di Toscana dal 1765 al 1790, firmò nel 1786 quell’atto che cambiò la storia.

Dobbiamo dunque essere orgogliosi di questa storia, ma anche responsabili di perpetrare questi insegnamenti verso il futuro, a vantaggio delle giovani generazioni, con impegno rinnovato.

Nel mondo purtroppo sono ancora troppi i Paesi che applicano la pena capitale. Nel solo 2021 Amnesty International ha registrato 579 esecuzioni. E sebbene negli ultimi sei anni questo numero sia notevolmente diminuito (nel 2015 furono circa 1.600) ha rappresentato un incremento del 20% rispetto al 2020. Di queste 579 esecuzioni 24 sono state di donne (il 4% del totale): 1 in Arabia Saudita, 8 in Egitto, 14 in Iran, 1 negli Stati Uniti d’America. Ancora troppo elevato anche il numero delle condanne a morte, 2.052, con un aumento del 39% rispetto al 2020.

Alla fine del 2021, Amnesty International conta almeno 28.670 persone detenute nei bracci della morte.

oggi 144 paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella prassi. Mentre 55 paesi tengono in vigore la pena capitale per reati comuni.

Dunque, la battaglia di civiltà iniziata nelle nostre terre non può dirsi ancora conclusa ed è giusto che da qui, ogni anno, parta un messaggio in tal senso.

Ma è altresì giusto che, parimenti, l’impegno sia anche per rafforzare al fianco di questa anche altre sfide che ci devono vedere impegnati tutti insieme.

Quest’anno il tema scelto è quello della diffusione, conoscenza e applicazione dell’art. 21 della Costituzione, dedicato alla tutela del diritto di “manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Articolo che, nel tempo, è diventato anche lo strumento per la tutela della libertà di stampa.

Un argomento che chiama tutti a una precisa responsabilità nel garantire un diritto-dovere fondamentale; responsabilità che viene amplificata per chi ricopre un ruolo istituzionale. A questo proposito, faccio mie le parole del Presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli: “La libertà di stampa è un bene costituzionale prezioso per la democrazia, nessuna censura è ammissibile, a maggior ragione in tempi di guerra dove uno dei campi di battaglia è quello della disinformazione.

Ovviamente i giornalisti devono svolgere in pieno il loro ruolo di mediatori, ponendo domande e sollevando dubbi, per cercare di raccontare quanto più possibile la verità sostanziale dei fatti”.

Aggiungo: sta anche a ognuno di noi agevolare la stampa nel raccontare la cosa pubblica, attenendosi a un comportamento votato alla verità e alla trasparenza.

Concetti che, meglio di me, potranno essere sviluppati dagli interventi del professor Manfredi e del professor Franceschini, che daranno una prospettiva storica al tema della libertà d’espressione. E anche qui mi sia permesso ricordare come sempre la Toscana fu una delle prime, tra gli stati preunitari, a promulgare una legge che concedeva una prima forma di libertà di stampa, sebbene con molti limiti. La legge risale al 1847 e permise subito il fiorire di molti giornali nella nostra regione, anche nella nostra città.

Il programma dei lavori di stamani prevede poi una iniziativa di una delle eccellenze del nostro territorio, curata dall’Osservatorio Gravitazionale Europeo EGO.

A questo proposito mi sia permesso ricordare qui la figura del professor Stavros Katsanevas, recentemente scomparso. In questi anni ho potuto apprezzare uno studioso di fama internazionale ma anche un uomo curioso del mondo, di una cultura sconfinata che metteva generosamente a disposizione di tutti.

Pisa ha avuto il privilegio di ospitarlo nel tempo del suo incarico all’osservatorio EGO e, in cambio, ha ricevuto molto dalla sua vitalità: penso ai progetti culturali in collaborazione con il Museo della Grafica, portando nella nostra città artisti di fama mondiale come Tomàs Saraceno o al sostegno alle realtà associative come la Marconi Labs Coltano.

Solo pochi mesi fa abbiamo potuto apprezzare un suo intervento colto e appassionato sull’evoluzione della scienza, in occasione della visita della principessa Elettra Marconi proprio a Coltano, così come lo scorso anno durante le celebrazioni marconiane per l’anniversario dell’accensione del Cristo di Rio de Janeiro.

Credo di interpretare il sentimento del Consiglio Comunale tutto inviando le più sentite condoglianze di tutti i presenti alla famiglia, ai suoi collaboratori, a tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato.

Tornando alla Festa della Toscana e avviandomi a concludere, Pisa può dunque a buon titolo non solo farsi trovare all’altezza delle battaglie sociali e civili che ogni anno ricordiamo, ma continuare a fare da apripista ed esempio per le altre realtà toscane, nazionali e internazionali.

La nostra storia gloriosa è lì a ricordarcelo. Noi abbiamo il dovere non solo di celebrarla ma di continuare sulla scia tracciata dagli esempi illuminati del passato, cedendo il testimone dell’esempio alle giovani generazioni.

Buon Festa della Toscana a tutti».