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Dura polemica del consigliere comunale del Pd Marco Biondi, dopo la Commisione Urbanistica di lunedì scorso, 7 Novembre.
“Durante questa riunione – attacca così il consigliere Biondi, nella foto – abbiamo scoperto che al posto del fabbricato dell’ex catasto, in via Ceci (che nelle prima metà del novecento è stato anche casa del fascio, infatti da lì è partito il funerale di Bruno Mussolini il figlio del duce morto al decollo dell’aereo da San giusto e caduto dopo il viale delle piagge vicino San Biagio), verrà realizzato un Ostello. Com’è possibile che si venga a scoprire così senza un coinvolgimento del quartiere una trasformazione così significativa? Dopo che soli pochi mesi fa era stata cancellata la partecipazione dei cittadini per l’ex distretto militare in via Giordano Bruno, senza mai riceverli e senza organizzare un’assemblea pubblica. Come sempre il tema della partecipazione viene calpestato dall’attuale giunta, allergica alle voci fuori dal coro. Inoltre si è parlato dell’ex Banca d’Italia, Palazzo Franceschi, oggetto in questi mesi della riqualificazione delle facciate. Attualmente il palazzo è all’asta e non sono ancora stati presentati progetti, all’interno sono contenuti affreschi importanti come quelli di Mattia Tarocchi, il quadraturista di Giovanni Battista Tempesti.
Inoltre, in questi giorni stiamo vedendo la posa della struttura lignea della torre di Sant’Antonio in corrispondenza del Giardino Scotto e la sistemazione del camminamento lato lungarno, ma ci chiediamo, non avendo avuto risposta in Commissione, quando sarà riaperto lo storico camminamento romantico lungo il vallo della Fortezza Nuova, ormai chiuso da tempo e con oscene cancellate. Il Giardino Scotto come unico parco urbano del quartiere merita una visione d’insieme con risposte certe sul camminamento romantico, l’area della Fortezza lato ponte della Vittoria e sulla riqualificazione del vallo.
Infine – conclude Biondi – sull’ex distretto l’assessore Dringoli sbaglia, il piano di recupero doveva soddisfare alcune prescrizioni e non vi era nessun quantitativo obbligatorio, quindi la scelta di accettare un carico urbanistico spropositato per quartiere e quella di monetizzare parte dei parcheggi necessari, andando a gravare sui pochi posti auto presenti per i residenti, è una scelta assolutamnte da contrastare,assieme alla mancanza di una reale permeabilità tra il quartiere e gli spazi pubblici all’interno dell’ex distretto”.