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“Ancora una volta la realtà viene manipolata e piegata a uso e consumo della ideologia e della permanente campagna d’odio contro il centrodestra”, Maria Punzo, consigliera comunale della Lega e presidente della terza Commissione permanente presenta l’oggettiva ricostruzione dei fatti relativi alle polemiche e alla campagna d’odio innescata dai consiglieri di opposizione in relazione alla vicenda dei progetti di genere promossi da Provincia e Regione.
“Quanto è emerso durante la seduta della terza commissione consiliare permanente, che aveva all’ordine del giorno l’argomento proposto dalle minoranze ‘mancata adesione da parte del Comune di Pisa sui progetti di genere promossi dalla Provincia’ – spiega Maria Punzo – ha rivelato che i fatti, supportati dagli atti ufficiali, raccontano ben altra storia”.
Punzo così ricostruisce le tappe: “In data 8 giugno la Provincia, a seguito di un bando indetto dalla Regione, invia una mail al Comune di Pisa per l’adesione a un protocollo che ha come obbiettivo quello di rafforzare il sostegno alla parità di genere. La scadenza per aderire è fissata per il 15 giugno: tempi – commenta la consigliera – strettissimi per un confronto, assolutamente necessario considerando la delicatezza di questo e di altri argomenti presenti nel protocollo”. “Temi come questi – prosegue Punzo – che in determinati casi toccano la sfera intima non possono essere banalizzati e ridotti a slogan, striscioni, passerelle politiche, post sui social o titoli a effetto sulla stampa. Sono temi che richiedono attenzione e rispetto”.
“II Comune – prosegue Punzo -, nell’inviare la propria adesione al progetto intende aprire un dialogo con la Provincia sottoscrivendo tre delle quattro azioni proposte all’interno del protocollo, esprimendo la propria riserva sull’azione numero due denominata “destrutturazione degli stereotipi di genere” e chiedendo quali fossero in concreto le attività da svolgere alla luce del fatto che tale progetto avrebbe interessato anche bambini delle scuole elementari”.
Il Comune ha quindi aderito con riserva, ma alla comunicazione di adesione è seguito l’assoluto silenzio da parte della Provincia per mesi che di fatto non si esprime sulla validità dell’ adesione del Comune. “L’8 novembre – spiega ancora Punzo – a nome di una consigliera provinciale e non del presidente, la Provincia, tramite mail, informa l’amministrazione che il protocollo deve essere accettato completamente: insomma un progetto a scatola chiusa calato dall’alto senza nessuna possibilità di confronto con le parti. Questi sono metodi antidemocratici, che non fanno che confermare la debolezza di certe posizioni e la disonestà intellettuale di chi, in modo furbesco, inserisce e tenta di inserire e mascherare elementi ideologici all’interno di documenti che contengono azioni e propositi condivisibili”.
“In contrasto con quanto presentato nella mail – prosegue Punzo – si viene infine a sapere che la Provincia decide, in maniera del tutto autonoma, di attuare solo i primi due progetti impoverendo quella che era la completezza dell’offerta delle azioni 3 e 4 rivolte al rafforzamento delle competenze imprenditoriali delle donne e alla promozione delle materie stem (quelle materie scientifiche come matematica ingegneria) in cui la partecipazione femminile è rappresentata da una bassissima percentuale, progetti che avrebbero potuto offrire utili strumenti soprattutto agli studenti delle scuole superiori”.
“Mi chiedo allora – dice infine Maria Punzo -: perché la Provincia in maniera del tutto autonoma decide di cancellare due azioni importantissime rivolte al futuro delle donne? E ancora perché la Provincia impiega tre mesi per rispondere alla partecipazione del Comune espressa tramite mail a nome del vicesindaco (con delega alle pari opportunità) e quando lo fa è tramite una mail tardiva a firma di una consigliera provinciale?”
“All’analisi dei fatti la Provincia – conclude – si assuma la propria responsabilità per tutta una serie di mancanze commesse nella gestione del protocollo e della comunicazione tra dirigenti scolastici e il Comune, escluso da un percorso partecipato e democratico. Queste forzature hanno a mio avviso snaturato il protocollo con l’ obiettivo di strumentalizzare la scelta dell’ amministrazione a fini politici”.