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Città Ecologica, costruzione della Caserma Artale e sua proprietà: “vicenda sconcertante”

La Città ecologica, nel corso delle ricerche svolte in relazione al Piano di Recupero della Caserma Artale, ha trovato i documenti relativi all’Avviso di Vendita che si è concluso con l’alienazione della Caserma Artale da parte di CDPI (Cassa Depositi e Prestiti Immobiliare – Società di Gestione del Risparmio).

In particolare la “Scheda Notarile” (allegato n. 2 all’Avviso), nella Descrizione Storica a pag. 10, riporta:

La Caserma Vito Artale di Pisa era originariamente intitolata a Umberto I, Re dell’Unità d’Italia e viene istituita a seguito di un accordo formulato tra l’Esercito ed il Comune,il quale, si impegna a espropriare il terreno, costruire i fabbricati e fornire il denaro necessario per accasermare un Reggimento di Fanteria con due Battaglioni. Il relativo contratto tra l’ Amministrazione Militare ed il Comune di Pisa, viene stipulato il 25 Luglio 1885. Nel frattempo, il Reggimento viene temporaneamente ospitato nei conventi di San Francesco e di San Benedetto, nell’attesa della disponibilità della sede definitiva della Caserma. Il terreno, dove sorgerà la Caserma, si trova all’interno della cinta muraria, sulla riva destra del fiume Arno. I progetti per la realizzazione vengono redatti dall’Amministrazione Militare che concorrerà alla spesa per un terzo dell’intero costo (i costi computati riguardano sia gli interventi necessari per le collocazioni provvisorie nei due conventi che quelli per la collocazione definitiva). Una volta terminata la costruzione della nuova infrastruttura i due Conventi saranno restituiti al Comune. La consegna avviene con Verbale del 14 Aprile 1892 già autorizzata dal Ministero delle Finanze con dispaccio del 4 Aprile 1887.

Quindi da questa Ricostruzione storica sembra risultare che i due terzi dei costi per espropriare il terreno, realizzare la caserma e accasermare un Reggimento di Fanteria con due Battaglioni siano stati pagati dal Comune di Pisa.

Sarebbe interessante conoscere il testo di questo Verbale di Consegna. Forse si capirebbe a chi era andata la proprietà dell’Immobile.

Il dubbio non ci sembra peregrino, anche se il Demanio statale in tutta la vicenda Caserme a Pisa e loro delocalizzazione esternamente al centro urbano, apertasi con il primo accordo del 2007 e col secondo 2017, si è sempre comportato, anche con una certa arroganza, come il proprietario indiscusso degli immobili.

È così poco peregrino che ci è voluto un DECRETO dell’Agenzia del Demanio il 7 dicembre 2017 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 12-12-2017 per Individuare tra i beni immobili di proprietà dello Stato “immobili siti in Pisa, denominati «Caserma Vito Artale» e «ex Distretto militare ex Caserma Curtatone e Montanara», rispettivamente siti in via Roma e in via Giordano Bruno..”. C’erano 60gg dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto per fare ricorso amministrativo all’Agenzia del demanio. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2017/12/12/289/sg/pdf

Questo decreto è di due mesi successivo alla firma del secondo accordo con il Comune di Pisa (27/11/2017).

Con questo accordo si prevedeva la “valorizzazione” delle due Caserme. In pratica Il Comune si impegnava ad approvare una Variante Urbanistica che destinava ad uso residenziale le caserme e in cambio gli veniva riconosciuto il 15% del ricavato della vendita degli Immobili “valorizzati”. Il fine del Comune era di impedire che i due immobili, non più adibiti ad uso militare e in aree pregiate del Centro Storico, fossero soggette al degrado.

La Variante urbanistica fu approvata e fu riconosciuto il recupero a fini residenziali degli interi volumi e Superfici Utili Lorde (SUL) esistenti, se legittimi, attraverso Piani di Recupero. Per la Caserma Artale la SUL era individuata in 11.290mq.

Quanto valeva quella caserma? A noi risulta che nel 2014 l’Agenzia del Demanio stimasse in 30.850.000 euro il valore dell’Artale.

L’attuale Società proprietaria dell’Artale, a quanto risulta, ha acquistato mediante asta pubblica la caserma alla cifra di 3.950.000 euro, circa il 13% del valore stimato al 2014.

Al Comune secondo l’Accordo del 2017 doveva andare il 15% del prezzo di vendita delle due Caserme, “valorizzate” mediante la Variante Urbanistica. Quanto è stato incassato dal Comune? A noi risulta solo 900.000 euro, neanche tutto ciò che aveva speso per la progettazione della nuova Caserma da realizzare a Ospedaletto secondo l’Accordo del 2007.

Ultime stranezze le Superfici Utili Lorde dell’Artale: nella Variante approvata dal Consiglio Comunale nel 2017 erano 11.290mq, nel Piano di Recupero presentato dall’attuale proprietà nel 2022 e oggi in discussione sono 13.478mq, nel PdR presentato dalla stessa proprietà nel 2021 erano 15.485,38mq. Pochi metri quadri di differenza, diciamo! Spiccioli di euro di differenza di valore economico!

Tutta questa vicenda ha importanti risvolti sulla questione della nuova Base dei Carabinieri già prevista a Coltano e sul PdR dell’Artale.

Al Tavolo Interistituzionale i rappresentanti locali devono a nostro avviso dire con franchezza al Ministero della Difesa che non saranno più pensabili in futuro sulla Bechi Luserna e sulla Gamerra operazioni di “valorizzazione” immobiliare come quelle che hanno già coinvolto, la Curtatone e Montanara e l’Artale.

Occorre che il Ministero illustri il reale livello di utilizzazione delle caserme attualmente presenti in città (Gamerra e Bechi Luserna): a quanto è dato sapere sono ampiamente sottoutilizzate e di conseguenza potrebbero essere usate per soddisfare le esigenze attuali dell’Arma dei Carabinieri, senza che si vada a nuovo consumo di suolo permeabile, agricolo o boscato che sia.

Per l’Artale infine il Piano di Recupero a nostro avviso deve portare alla demolizione senza ricostruzione di tutti gli edifici di nessun pregio e non vincolati e quindi all’eliminazione della previsione del nuovo fabbricato di 4 piani su via Derna e del nuovo parcheggio multipiano su via Pisano, attualmente inseriti nel PdR in discussione.