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Meno alunni immigrati fra i banchi di scuola della Toscana. E’ l’onda lunga dell’emergenza sanitaria da Covid-19 che ha fatto sentire i suoi sulle iscrizioni del penultimo anno scolastico quello che si è chiuso a giugno. Nel 2020/21, infatti, gli iscritti stranieri iscritti sono stati 71.769, l’1,6% in meno rispetto ai 72.919 dell’anno precedente. E’ una diminuzione lieve anche se leggermente più marcata della media nazionale (-1,3%), e comunque rilevante perché, dopo un decennio di aumenti ininterrotti, per la prima volta la popolazione studentesca d’origine immigrata non cresce. Beninteso, non si tratta di una tendenza limitata agli alunni stranieri, è il numero complessivo degli studenti delle scuole della regione che si è abbassato dato che all’inizio dello scorso anno scolastico negli istituti della Toscana si sono contati 6.683 iscritti in meno. Per gli stranieri, però, la frenata è stata lievemente più brusca: -1,6% contro il -1,3% degli italiani. «Sono dati da tenere sotto monitoraggio anche il prossimo anno per capire se la diminuzione sarà riassorbita e, dunque, se si stratta di un fenomeno transitorio, strettamente legato alla fase emergenziale, oppure se avrà un effetto di trascinamento più prolungato nel tempo» si legge nella Dossier statistico immigrazione Ido 2022s, lo storico e atteso rapporto annuale giunto alla 32esima edizione che, in Toscana, è stato presentato pubblicamente a Pisa giovedì 27 ottobre, in contemporanea con le altre 21 presentazioni che si sono svolte in tutte le regioni d’Italia.
Alunni stranieri: il dettaglio. La diminuzione degli alunni stranieri, per altro ,non ha una connotazione territoriale dato che riguarda tutte le province della regione, eccezion fatta per Lucca (+0,8%), sia pure con intensità variabile: il calo più marcato ha interessato Grosseto (-3,1%) e Firenze (-2,9). I più penalizzati sono stati gli alunni di prima generazione, quelli che non sono nati in Italia, diminuiti del 5,4% a fronte di un decremento medio regionale dell’1,3% mentre gli alunni nati in Italia registrano addirittura un lievissimo segno positivo (+0,2%). Soprattutto, però, il calo degli iscritti è collegato al grado scolastico ed è mediamente più intenso per gli studenti stranieri sia in senso negativo che positivo. Nelle scuole dell’infanzia la popolazione studentesca è scesa del 5,7%, quella degli alunni stranieri del 10,3. Al polo opposto le secondarie di II grado. Qui gli iscritti sono aumentati: dell’1,7% in generale e del 7,3% con riferimento agli studenti immigrati.
La popolazione immigrata. La diminuzione degli studenti va in parallelo con quella della popolazione straniera: sono 424.215, infatti, gli immigrati residenti in Toscana alla fine del 2021, lo 0,4% in meno rispetto all’anno precedente. Una contrazione lieve, corrispondente a 1.716 persone, e distribuita in modo non uniforme sul territorio regionale: il decremento, infatti, ha riguardato in misura più significativa la Toscana meridionale con Siena che fa segnare la diminuzione maggiore (-3,1%), seguita da Grosseto (-2,6%) e Arezzo (1,0%).
Acquisizioni di cittadinanza e titoli di soggiorno a termine. Eppure in pochi se ne sono davvero andati: nel bilancio demografico del 2020, infatti, gli stranieri cosiddetti “cancellati per l’estero”, ossia coloro che hanno lasciato la Toscana e l’Italia per andare a vivere in un altro Paese, sono stati appena 2.943, lo 0,7% di tutti gli immigrati residenti. «L’impressione è che buona parte di coloro che non risultano più residenti in Toscana, in realtà, vivano ancora nel territorio regionale, ma con uno status giuridico diverso» si legge nel Dossier. Molto stabile per coloro che, nel corso del 2020, hanno acquisito la cittadinanza italiana, pari a circa 13.282 ex stranieri, con un tasso di acquisizione di cittadinanza medio del 32 per mille, che sale al 38,3 ad Arezzo, al 54,5 a Siena e al 57,3 a Grosseto, esattamente le province che avevano fatto segnare la contrazione più significativa. Molto più precaria, invece, per coloro che avevano n titolo di soggiorno a scadenza e lo hanno perso finendo nell’area dell’irregolarità: i permessi di questo tipo, infatti, nel 2021 sono stati 98.151, il 15,0% in meno rispetto ai 115.460 del 2020, anno in cui si era già assistito a un decremento del 9%.
L’occupazione. La precarietà giuridica corre in parallelo con quella lavorativa. Nel 2021 il tasso di disoccupazione degli immigrati “toscani” è stato del 13,8%, più del doppio rispetto a quello degli italiani (6,6%), quello di sottoccupazione, dato da coloro che svolgono un lavoro a tempo parziale pur potendo lavorare più ore, dell’8,5%, contro il 3,2% dei lavoratori italiani. In generale il mercato del lavoro toscano rimane fortemente segmentato offrendo opportunità assai diverse a italiani e stranieri :gli immigrati, infatti, sono impiegati in larga maggioranza come lavoratori manuali (62,0%) e solo il 9,5% ha un’occupazione come dirigente o svolge professioni intellettuali o tecniche. Per gli occupati italiani la situazione è ribaltata: il 30,4% svolge lavori manuali e il 37,8% è dirigente o professionista. La segmentazione lavorativa, per altro, è confermata anche dalla distribuzione per settori:gli occupati stranieri sono molto più propensi degli italiani a lavorare nel comparto del lavoro domestico e, in misura minore, nelle costruzioni e nel settore agricolo. Colpisce soprattutto il dato relativo ai servizi domestici, che occupano il 19,1% degli occupati stranieri ma solo l’1,5% degli italiani. Le proporzioni sono un po’ meno squilibrate nel comparto delle costruzioni (11,3% contro 5,5%) e in agricoltura (5,7% contro 2,8%).
Imprenditoria straniera. Così la via dell’autoimprenditorialità, sovente, rimane l’unica da percorrere per coltivare speranze di mobilità sociale o, più semplicemente, per conservare il titolo di soggiorno: nel 2021, infatti, le imprese gestite da cittadini nati all’estero sono ulteriormente cresciute rispetto all’anno precedente (+1,4%), toccando quota 59.977, mentre quelle gestite da italiani continuano a diminuire (-0,7%).