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Si intitola “Le vite del marmo”, ma potrebbe chiamarsi anche “l’arte ferita”, una originale mostra organizzata dalla Scuola Normale Superiore in occasione dell’apertura dell’anno accademico, il 18 ottobre, che si protrarrà per due mesi. Si tratta di quattro sculture a lungo tempo dimenticate perché gravemente danneggiate, provenienti da Villa Corsini a Castello e appartenenti al Museo Archeologico Nazionale di Firenze: queste opere, tre delle quali non fruibili al pubblico da oltre cinquant’anni, saranno esposte a Pisa, nel Palazzo della Gherardesca, in una sezione dello spazio museale Torre del Conte Ugolino, che riapre appositamente per l’occasione dopo una prolungata chiusura dovuta alla pandemia e a lavori di ristrutturazione.
Attraverso documentazioni storico-artistiche, un’ampia serie di fotografie, insieme a rilievi scientifici fatti con nuove tecniche non invasive sul marmo, la mostra racconta il viaggio nel tempo affrontato da questi manufatti, una statua di Zeus, una figura maschile e una femminile, un sarcofago, tutti risalenti al I-II secolo dopo cristo, tra danneggiamenti (per esempio quello dell’alluvione di Firenze), e successivi restauri che non ne hanno intaccato il fascino. Un modo nuovo di vedere l’arte, che punta al vissuto anche fisico della materia delle opere, per raccontarci storie sorprendenti e arricchire notevolmente non solo la nostra conoscenza artistica ma anche tecnico-scientifica: è anche un primo tentativo per riportare alla vita parte delle sculture che si trovano ancora nei depositi di Villa Corsini, in attesa di raccontare la propria storia.
La mostra, organizzata da Gianfranco Adornato, professore associato di archeologia classica, con la collaborazione delle assegniste di ricerca Alessia Di Santi e Martina Borroni, sarà visitabile gratuitamente fino al 18 dicembre (Palazzo della Gherardesca, Piazza dei Cavalieri) ed è stata ideata nell’ambito del progetto di ricerca “BIO-SCULT: Per una ‘bio-grafia’ delle sculture all’aperto: dalle collezioni fiorentine al Regio Museo di Luigi Adriano Milani, all’alluvione del 1966”, svolto dalla Scuola Normale Superiore in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Firenze.