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In una intervista rilasciata il 7 settembre c.a. alla Gazzetta Marittima il Segretario Generale dell’AdSP (Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale) Avv. Matteo Paroli ha annunciato che le analisi dei fanghi da dragare hanno rivelato che, pur ecotossicologicamente compatibili, i sedimenti non sono compatibili, a livello granulometrico e per la presenza di microorganismi, con la funzione di ripascimento originariamente pensata. Sicché occorrerà conferirli in vasca di colmata, che andrà quindi ampliata rispetto al previsto. Questo comporterà sia l’allungamento di almeno un anno dei tempi previsti sia un aggravio complessivo di costi di 70-80 milioni, sommando anche l’aumento dei costi dei materiali edili. Quindi i milioni di metri cubi di sedimenti utilizzabili per il ripascimento del litorale pisano, promessi dall’Autorità portuale per conquistare la “non contrarietà” di alcune categorie e dei loro rappresentanti, si rivelano una chimera. Chi aveva messo da parte i timori per i gravi rischi di erosione del litorale in cambio del classico piatto di lenticchie, si è ritrovato con i legumi avariati ed immangiabili. L’Amministrazione Comunale che finanzia nuovi studi su tecniche innovative di ripascimento del litorale che richiedono immense quantità di sedimenti utilizzabili, è in possesso di queste analisi annunciate dall’ Avv. Paroli?
La Città ecologica ha richiesto attraverso accesso agli Atti all’ADSP i risultati delle analisi in questione. La Città ecologica ribadisce che la Darsena Europa è un’opera ambientalmente non sostenibile in sé e quindi da non realizzare.