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Le opere recenti di Franco Benvenuti in mostra nel Palazzo dei Priori di Volterra dal 18 settembre al 15 ottobre (orario 9-19); l’inaugurazione è prevista domenica prossima alle ore 17 alla presenza dell’assessore alle culture Dario Danti e del critico d’arte Prof. Ilario Luperini che ha curato la mostra.
Franco Benvenuti. Opere recenti.
Sculture di sicura originalità quelle di Franco Benvenuti: il materiale utilizzato è il polistirene, trattato con l’intervento di fonti di calore, per la sua plasmabilità plastica. Gli esiti sono di due tipi: forme modellate sul cerchio, in soluzioni bifrontali, oppure costruite in pannelli in rilievo, con un aggetto di diverso spessore a seconda della modellazione. In entrambi i casi sul modellato così articolato, si inseriscono, assecondando il continuo e disuguale alternarsi di pieni e di vuoti, elementi di diversa consistenza plastica e cromatica. Ne risultano superfici e volumi caratterizzati da estrema vibrazione chiaroscurale; opere che attengono alla sfera delle emozioni, senza alcun riferimento al dato reale. L’osservatore è chiamato a reazioni emotive, sulla base delle percezioni indotte dalle opere. Questo il primo livello di lettura. Ma, naturalmente, c’è un secondo livello che deriva dalle intenzionalità progettuali dell’autore. Vediamole, anche sulla scorta delle sue dirette testimonianze.
In una precedente occasione affermavo che Franco Benvenuti si esprime con un linguaggio composto di colore che si fa materia in rilievo, di sollecitazioni plastiche che creano superfici scabre e tormentate, animate da profondi sommovimenti interni. Spesso il supporto viene sottoposto a bruciature, a controllate deformazioni sotto l’azione del calore. E’ come se, nel vissuto dell’artista, le tragedie dell’umanità subissero una trasformazione immaginaria e si restituissero alla superficie visibile sotto forma di orme, di segnali, di simboli spesso infuocati da colori prorompenti. Dunque, tragedie interiori, prima di tutto; indignate denunce, scatti di rabbia verso l’impunità e il cinismo del potere che si manifestano in forme quasi mai ricondotte a figure riconoscibili, ma caratterizzate da un intersecarsi turbinoso di campiture di colore o dal fondersi di vibranti, astratti cromatismi, ottenuti anche con la deformazione dei materiali utilizzati. Questa possente carica interiore si conferma anche in questa occasione, ma qualcosa, nel frattempo, è successo. Il colore scompare e il materiale è maggiormente corroso. Appaiono vere e proprie lacerazioni.
Franco Benvenuti e Cinzia Mangoni, legati da dallo stesso percorso di vita, erano usi presentare le loro opere come un unicum; le loro uscite espositive li vedevano sempre uno acconto all’altra e dal confronto di due linguaggi assai diversi ma accumunati da analoghe matrici culturali, scaturiva una densa atmosfera in cui misurato lirismo (Cinzia Mangoni) e appassionata denuncia (Franco Benvenuti) si confrontavano e si completavano a vicenda, come nella vita. Le opere nascevano in assoluta autonomia, ma c’era un saldo legame che le avvolgeva: la comune convinzione che l’attività artistica è anche impegno civile.
Cinzia è venuta a mancare. “Il dolore per la sua perdita non credevo che potesse essere così dilaniante, così devastante. Sto cercando di rimettere in piedi la mia vita, la mia arte”. Parole di Franco. Ecco la scomparsa del colore; ecco le frequenti lacerazioni del materiale, indici non solo di personale sofferenza, ma anche del dolore per i destini di un pianeta sempre più in mano alla logica del profitto e della prevaricazione.
Dunque, anche oggi Franco Benvenuti mantiene intatta la sua voglia di essere presente nella realtà con opere che suscitino riflessioni critiche sui mali di una civiltà in rapido decadimento valoriale; ma nelle opere recenti subentra una maggiore delicatezza del modellato e una maggiore attenzione all’armonia dei ritmi e delle cadenze compositive. Insomma, quel tenero lirismo proprio della sua compagna è entrato a far parte – insieme al permanere di una forte carica espressiva – del suo essere e del suo creare.
Ilario Luperini
Biografia di Franco Benvenuti
Diplomatosi all’Istituto Statale d’Arte di Cascina, per 2 anni ha frequentato la Facolta’ di Architettura a Firenze e in seguito vari corsi di pittura e modellazione con particolare studio sulla figura. E’ stato tra i fondatori del Gruppo As.Ar.Es. con il quale si e’ esibito in numerose Performances e Istallazioni. Ha collaborato alla creazione del bollettino artistico “Idea fuggente” e dell’International Mail Art Archive. Da anni la sua ricerca va verso l’astrazione l’informale l’installazioni la tridimensionalita’ pensile. Suoi lavori figurano in collezioni pubbliche e private. Ha partecipato a circa 150 rassegne collettive in Italia, Francia, Russia, Sudan Stati Uniti Ungheria Inghilterra Filippine Mexico Australia e in 50 personali nelle principali citta’ Italiane e a Dijon in Francia. Nel 2008 e’ stato invitato dall’Assessorato alla Cultura di Cascina ad esporre in Francia a Albi. Primo artista invitato ad esporre nel Monumento Storico Les Halles di Gustav Eiffel a Dijon. Nel 2010 esegue insieme a Cinzia Mangoni l’istallazione “L’albero della memoria popolare” a Cascina. Nel 2018 una suo lavoro viene istallato permanentemente in una via del centro storico di Pisa.