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Città del Teatro di Cascina: sabato lo spettacolo “Indagine su Alda Merini. Non fu mai una donna addomesticabile”

Sabato 17 settembre, alle 21, la Città del Teatro di Cascina (sala grande) ospiterà lo spettacolo teatrale “Indagine su Alda Merini. Non fu mai una donna addomesticabile”. In scena Margherita Caravello e la straordinaria Giorgia Trasselli, a dar corpo e voce alla poetessa dei Navigli, con la sua la passione indomita e la sua tempra ironica e generosa. E poi ci sarà lei, Alda Merini, in una serie di proiezioni video anche inedite per raccontare in un coro a tre voci al femminile le più diverse sfumature della verità di una donna. Che si sa: non è mai una sola. “In me tutti amano la follia e io la venero, straordinario balcone di canto. Ma nessuno ama la donna che si brucia allo specchio. Nessuno sa che cosa sia il piacere di reggere il lume della pazienza attraverso strade infeconde liberando momenti di solitudine. Paiono orrende torture ma intanto mangi e bevi e vai avanti. L’uomo è un essere duttile pieno di abbandoni. L’uomo deve perorare se stesso fin che può. L’uomo deve tradursi in musica e deve sapere perdonare quello che non conosce” (Alda Merini).

Uno spettacolo teatrale (iniziativa dell’assessorato alla cultura) che prima ti inchioda sulla sedia e poi ti sospinge e ti accompagna passo dopo passo fuori dal sentiero battuto della convenzione, incontro a te stessa/o. Testi e regia a cura di Antonio Nobili, organizzazione Virginia Menendez.

Info 329-3550022, prenotazioni gratuite ma obbligatorie al 320-4607314 (anche su WhatsApp) o www.dioarriveraallalba.com/cascina

Note
Tratto dal libro omonimo, lo spettacolo teatrale fonde l’approfondimento storico artistico sulle tematiche che maggiormente hanno condizionato la vita e l’opera della poetessa con la narrazione autobiografica: generosa e libera, Alda Merini ha sovvertito le prassi del suo tempo rivendicando con forza la sua urgenza poetica nei confronti di una società che la voleva moglie e madre e basta. Con il coraggio di mostrarsi nuda e intera, Alda Merini è andata incontro con tenace fiducia nell’essere umani alla stessa società che l’aveva fraintesa ed emarginata relegandola ad un decennio di internamento manicomiale.

Senza mai perdersi d’animo, volse a suo favore ogni più difficile situazione, cavalcando la curiosità mediatica che la espose come fenomeno nei salotti televisivi degli anni ’80 e ’90 e arrivando a suscitare nel pubblico enorme affetto e ammirazione per la sua originale, affilata e schietta presenza scenica e d’altro canto per la sua universale capacità di cantare il sentimento, facendolo sentire forte sulla pelle di ogni persona del pubblico. La più celebre poetessa del Novecento italiano, grazie al suo linguaggio semplice e universale, denso di emozioni, con i suoi fiumi di parole, i suoi flussi di coscienza, le sue battute di spirito, ancora ci conquista delineando contorni viscerali alle contraddizioni del nostro essere e del nostro tempo.

 “Più bella della poesia è stata la mia vita”, diceva Alda Merini, ed è proprio dalla sua esperienza biografica che questa “Indagine su Alda Merini” ci accompagna attraverso l’esperienza del dolore e il suo superamento, i conflitti e le pacificazioni col suo tempo. L’autrice, Margherita Caravello, conduce nell’indagine intima e pubblica di una donna che è diventata icona della femminilità più complessa e preziosa: un lungo internamento manicomiale, la difficoltà di conciliare il ruolo di moglie e madre con il desiderio di affermarsi come intellettuale in un tempo (non ancora esaurito) che fonda sul pregiudizio del normale le sue valutazioni di merito. Ma soprattutto si parla d’amore: che tutto può e che fa da motore ad ogni passo, soprattutto a quelli su strade nuove.