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Non solo problemi quotidiani legati alla carenza di manodopera. Le difficoltà a trovare personale comportano anche una notevole riduzione dei ricavi e un freno all’innovazione per le imprese del terziario. Lo conferma l’ultima indagine condotta da Format Research per Confcommercio a livello regionale sulle aziende del commercio, turismo e servizi.
“L’indagine rileva che negli ultimi 18 mesi il 48% delle imprese dei tre settori ha effettuato azioni di ricerca del nuovo personale, ma nel 55% dei casi ha riscontrato difficoltà nel reclutamento” spiega il presidente di Confcommercio Provincia di Pisa Stefano Maestri Accesi. “Un deficit che si traduce in una consistente riduzione dei ricavi (una media del 18%, con punte fino al 31% per tre imprese su dieci) e con l’impossibilità, per il 32% degli imprenditori, di fare le innovazioni necessarie. Preoccupante il fatto che due terzi delle imprese riscontrino nella scarsità di candidati con le competenze richieste la principale difficoltà di reclutamento, ma anche agli orari di lavoro ritenuti pesanti, la concorrenza di altre imprese, la retribuzione ritenuta insufficiente e le mansioni considerate poco attrattive”.
“Una situazione particolarmente difficile a Pisa e provincia” precisa Maestri Accesi “dove per le imprese il 40% delle assunzioni resta difficile da attuare per la difficoltà a reperire i profili desiderati, e nel solo comparto del turismo il reperimento di figure professionali come cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici copre appena il 23% dei 710 posti di lavoro disponibili nelle attività del territorio”.
“Le criticità nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro sono evidenti, ed è paradossale che aziende sane e in grado di svilupparsi debbano essere frenate dalla carenza di personale” afferma il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli. “Per fermare questa emorragia sono quanto mai urgenti l’introduzione di regole più flessibili per il mercato del lavoro e di un sistema che preveda incentivi per le assunzioni, oltre a una semplificazione per le agevolazioni esistenti, investimenti in una formazione professionale sempre più attenta e ricettiva ai fabbisogni delle imprese, e politiche mirate che consentano di abbattere il costo del lavoro”.