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L’inflazione alleggerisce sempre di più il carrello della spesa delle famiglie pisane che dovranno spendere 546 euro in più per acquistare pane, pasta, latte, carne, pesce e verdure nell’anno corrente. A luglio l’indice che fa riferimento ai prezzi medi dei generi alimentari ha raggiunto il 9,1%, è vero al di sotto della media regionale (10,2%) e di quella nazionale (10,1%) ma di ben 9 punti superiore rispetto ad un anno fa. È invece cresciuta di 6,2 punti percentuali l’inflazione generale che si è attestata, sempre a luglio, al 7,7%. A dirlo è Coldiretti Pisa sulla base dell’indice Nic secondo cui le famiglie pisane spenderanno 100 milioni di euro in più per fare la spesa nel 2022. La causa è da ricercare nel mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità che aumenta la dipendenza dall’estero e alimenta i rincari. “Ci aspetta un autunno caldo. Per molte famiglie, soprattutto per coloro che vivono in una condizione economica già precaria, riempire il carrello sarà sempre più complicato: in molti saranno costretti a fare ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Pisa nonché Presidente Coldiretti Toscana – Il trend dei prezzi anche nella nostra provincia, così come del resto in tutta la regione, non tende a decelerare. La curva dell’inflazione ha continuato a salire in questi ultimi dodici mesi ad eccezione del mese di aprile che aveva fatto sperare tutti noi in una frenata. Ma non è stato così”.
La categoria per la quale le famiglie spenderanno complessivamente di più è il pane, pasta e riso, con un esborso aggiuntivo annuale di quasi 115 euro – sottolinea Coldiretti Pisa -, e precede sul podio carne e salumi che costeranno 98 euro in più rispetto al 2021 e le verdure (+81 euro). Seguono latte, formaggi e uova con +71 euro e il pesce con +49 euro, davanti a frutta e oli, burro e grassi. Per contrastare i rincari, e mettersi al riparo dalle speculazioni, Coldiretti suggerisce di sfruttare i vantaggi della filiera corta e degli acquisti direttamente in azienda rivolgendosi, per esempio ai mercati di Campagna Amica, per assicurarsi prodotti di qualità, stagionali, genuini e di provenienza locale e sicura che subiscono in maniera decisamente minore degli aumenti del costo dei trasporti.
Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – continua Coldiretti Pisa – più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben il 38% si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio, dal 40% dei vasetti di vetro al 35% delle etichette (+35%). “Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro. – conclude il Presidente di Coldiretti Pisa, Filippi – Torniamo a ribadire la necessità di lavorare ad accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.