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Le osservazioni, assolutamente condivisibili, dell’architetta e vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Pisa Marta Ciafaloni sugli ultimi interventi effettuati da Open Fiber poco sensibili e attenti al rispetto del nostro patrimonio storico, hanno scatenato polemiche e contrasti da tifoseria tra gruppi politici contrapposti. Tali osservazioni non possono essere strumentalizzate da vari soggetti politici per farle diventare un mero strumento di propaganda elettorale ma devono essere colte come l’occasione per ripensare al rapporto tra cittadini, imprese e amministrazione pubblica, con il patrimonio storico e artistico che molto arricchisce le nostre comunità sia in termini culturali che economici.
In quest’ottica il MIC, attraverso i suoi uffici provinciali dovrebbe rendersi protagonista e non passivo spettatore del percorso verso il futuro che sta facendo il nostro paese; quindi, non può non affrontare il tema dell’efficienza energetica degli edifici, tema oggi fondamentale che tuttavia ancora non ha previsto nella sua applicazione il recupero del patrimonio architettonico storico. Patrimonio che non può essere migliorato dal punto di vista energetico attraverso tutti quegli strumenti e materiali e tecnologie che sarebbero applicati su edifici non vincolati. Il MIC non può e non deve bendarsi gli occhi e vivere come un corpo estraneo nella nostra società non tenendo conto della lentezza con la quale gli uffici rilasciano pareri e nulla osta anche a piccoli imprenditori che devono aprire attività in luoghi sottoposti a vincolo ma che di fatto non presentano elementi di valore artistico da salvaguardare, tali, da giustificare questa eccessiva prudenza decisionale da parte degli uffici preposti al controllo. Il Ministero non può non ammettere, soprattutto in questo periodo storico, che le tempistiche non sono più sostenibili economicamente da parte di piccoli imprenditori che si trovano per mesi a pagare affitti di proprietà senza di fatto poterle utilizzare dal punto di vista imprenditoriale. Il MIC sembra ancora non essere del tutto cosciente dell’alto valore culturale, storico ed economico del paesaggio e pertanto si limita per ora a considerarlo come un bel quadro da salvaguardare nei suoi tratti estetici e non un bene che grazie alla sua molteplice ricchezza di valori naturalistici, produttivi e anche estetici può generare ricchezza economica e pertanto considerare altre possibili azioni sostenibili che lo possono valorizzare ulteriormente generando nuovo valore.
Crediamo fortemente nella salvaguardia del patrimonio artistico, storico, culturale italiano, perché non solo rappresenta la nostra storia e la nostra anima ma perché rappresenta un punto di riferimento per chiunque nel mondo.
Il valore artistico e storico di un bene non può diventare un ostacolo allo sviluppo ma un’opportunità.
A fronte di tutto ciò detto, invitiamo i rappresentanti del MIC, i rappresentanti della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Pisa e Livorno, il Sindaco e le autorità di ogni altro ente che ogni giorno si trova ad operare nell’ambito delle infrastrutture, gli ordini professionali e i professionisti del settore, a prendere atto dell’emergenza di portare i Beni culturali al centro dello sviluppo economico e culturale delle nostre città ma non per “congelarlo” ma per poter offrire soluzioni, risposte, buone pratiche di intervento, con l’obiettivo di fare continuare a vivere nella contemporaneità e nel futuro questo immenso patrimonio di valore che abbiamo la fortuna di vivere, superando, attraverso azioni concrete e non dibattiti sterili, quello che tutt’ora è vissuto come un conflitto di interesse tra passato e futuro.