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Venerdì 24 giugno, nella Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria (in Piazza Santa Caterina a Pisa), il Coro dell’Università di Pisa ha eseguito il Requiem in re minore K626 di W. A. Mozart, a un anno dalla scomparsa di Maria Antonella Galanti, già responsabile del Polo Musicale di Ateneo. Insieme al Coro si sono esibiti il soprano Jennifer Schittino, il contralto Fulvia Bertoli, il tenore Mentore Siesto e il basso Giorgio Marcello, insieme alla Tuscan Chamber Orchestra, sotto la direzione di Stefano Barandoni. È stato un concerto partecipato e apprezzatissimo dal pubblico, che ha assistito all’esibizione preceduta da un toccante intervento di Maria Letizia Gualandi, attuale responsabile del Polo Musicale ‘Maria Antonella Galanti’, che ha voluto ricordare la figura della professoressa scomparsa lo scorso anno come “l’anima del Coro e dell’Orchestra”.
Di seguito l’intervento di Maria Letizia Gualandi.
A nome del Polo Musicale dell’Università di Pisa vi do il benvenuto al concerto che ogni anno il Coro offre alla cittadinanza in occasione delle manifestazioni del Giugno Pisano, comunicandovi che, rispetto al programma iniziale, il soprano Federica Nardi è stata sostituita per motivi di salute dal soprano Jennifer Schittino.
Quest’anno il concerto del coro non è però come tutti gli altri. La scelta della data del 24 giugno, infatti, non è casuale. Esattamente un anno fa, in questo stesso giorno ci lasciava in seguito a una malattia rapidissima quanto devastante, Maria Antonella Galanti, responsabile fin dal 2013 del Polo Musicale.
Antonella era una donna con un carattere fortissimo, estremamente sensibile e allo stesso tempo coraggiosa e combattiva, raffinata pedagoga e studiosa della psiche umana e docente di grande capacità. Fra i suoi molti impegni nelle istituzioni dell’Università di Pisa, un posto speciale l’aveva la guida del Polo Musicale, in cui Antonella ha profuso – senza mai risparmiarsi – la sua profonda competenza musicale, il suo entusiasmo contagioso, la sua ferrea determinazione. Per lei, dotata di una bella voce di soprano, il Coro e l’Orchestra rappresentavano la realizzazione concreta di quella comunità ideale, costituita dall’intreccio di sapere, cultura e umanità, in cui credeva fermamente: «la musica – diceva citando il maestro Uto Ughi – è un linguaggio di fratellanza e l’orchestra e il coro sono l’embrione della società, perché tutti devono ascoltare anche le voci degli altri».
In realtà Antonella non è stata solo la responsabile, è stata l’anima del Coro e dell’Orchestra, che sotto la sua guida sono cresciuti, non solo nel numero dei componenti, grazie a una martellante campagna di reclutamento (io stessa sono entrata nel coro a seguito della sua insistenza e di questo non smetterò mai di esserle grata), ma sono cresciuti anche nell’impegno delle esibizioni, che sono diventate sempre più numerose, andando ben oltre la partecipazione alle manifestazioni universitarie per diventare veri e propri concerti, in teatri e chiese, a Pisa e fuori Pisa; e il coro della nostra Università è diventato anche un punto di riferimento nell’ambito di UnInCanto, la Rassegna Nazionale dei Cori universitari.
Solo la malattia è riuscita a fermare Antonella. Ma fino all’ultimo la musica è stata in cima ai suoi pensieri. Quando, nella primavera dello scorso anno, Saulle Panizza, direttore del Centro di Ateneo per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura, chiese al coro di partecipare il 10 luglio alle celebrazioni in Sapienza per i 75 anni dalla prima riunione dell’Assemblea Costituente, Antonella il 26 aprile chiedeva dall’ospedale al maestro Stefano Barandoni, direttore del coro: “Il 10 luglio, secondo te, ce la faccio a cantare?”. E invece non ce l’ha fatta e ben prima – il 25 giugno – nel cortile della Sapienza c’era il suo feretro, circondato di fiori e dai coristi, che con un nodo alla gola hanno cantato per darle l’estremo saluto.
Quel giorno, il Magnifico Rettore Paolo Mancarella ha deciso di intitolare a lei il Polo Musicale e ha chiesto a me di assumerne la responsabilità, con l’obiettivo di continuare nella linea di indirizzo portata avanti da Antonella: fare cioè del Coro e dell’Orchestra non solo due strumenti per diffondere la cultura musicale, ma soprattutto due strumenti per «contribuire – sono parole di Antonella – a tenere alta la voce della speranza nel futuro, attraverso la solidarietà e la socialità, in uno spazio condiviso, grande e accogliente, pieno di tanta musica».
Ed è nello spazio condiviso e accogliente di questa bella chiesa di Santa Caterina, dove Antonella ha cantato più volte con il Coro, che abbiamo deciso di ricordarla con il maestoso Requiem di Mozart, opera solenne come poche e dall’intenso contenuto affettivo/emozionale.
Ma l’esecuzione del Requiem è l’occasione per ricordare anche altre figure importanti per il coro, che in questi ultimi due anni ci hanno lasciato: innanzitutto il Magnifico Rettore Luciano Modica, che nel 1999 accolse con entusiasmo il progetto – avanzato da Carolyn Gianturco – di costituire un Coro universitario, intuendone con grande lungimiranza la forza come polo di aggregazione identitaria per studenti, docenti e personale tutto, e anche l’importanza per l’immagine esterna dell’Ateneo e per quella che negli anni successivi il Ministero dell’Università avrebbe chiamato la “terza missione” delle Università, accanto alla ricerca e alla didattica: vale a dire la diffusione nella società di competenze e saperi frutto delle attività di studio. E poi la stessa Carolyn Gianturco, docente di Storia della musica, che volle la nascita del Coro e poi dell’Orchestra per diffondere la cultura musicale fra i giovani e che è stata responsabile del Polo Musicale fino al 2013; e ancora Giancarlo Dell’Amico, basso e responsabile dell’organizzazione dei concerti del Coro, Gianluigi Barbaglio e Giancarlo Scalabrelli, tenori, Laura Pasqualetti, pianista.
Ma in questa serata così particolare vogliamo ricordare anche tutte le persone care – genitori, compagni di vita e di lavoro, amici – che in questi ultimi tempi ci hanno lasciato: per il Covid, per qualche altra malattia o semplicemente perché erano anziani. La solenne invocazione al riposo eterno dell’Intròitus, l’implorazione a Cristo della fuga del Kyrie, l’intensa riflessione sul perdono divino del Lacrimosa saranno l’occasione per ognuno di noi per rivolgere un silenzioso pensiero a chi ha amato e non c’è più.