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A cinque anni dal suo primo lavoro da solista, Vite semiserie e a sei dallo scioglimento del sodalizio con Tommaso Novi, con cui aveva fondato e reso celebri I Gatti Mézzi, Francesco Bottai torna in scena per presentare “Ora ci penso…”, un album che pare segnare una svolta netta rispetto a tutto ciò che l’ha preceduto.
“Sicuramente sì. – conferma il cantautore marinese – Prima di tutto perché quasi tutti i brani che lo compongo sono nati al pianoforte e non alla chitarra, cosa assai inusuale per me, e poi perché ho sentito l’esigenza di ricercare sonorità diverse rispetto al passato, timbri e armonie che si adattassero meglio ai temi e al ‘colore’ che volevo dare a questo album”.
Nove tracce, da Il cielo sopra il fosso a Cant-auto-re, che raccontano un Bottai intimista, a tratti malinconico, eppure con uno sguardo ancora fiducioso verso il futuro.
“Nella sua Eskimo, Guccini dice che ‘la paghi tutta e a prezzo d’inflazione, quella che chiaman la maturità’, e credo sia successo un po’ anche a me, – scherza, ma non troppo, Bottai -, nel senso che mi sono trovato, nello scrivere, quasi inconsciamente a fare i conti con alcune questioni aperte del mio passato più o meno recente e con l’esigenza, anzi il desiderio, di trovare una pacificazione che mi consentisse di aprire davvero lo sguardo su ciò che accadrà con rinnovata consapevolezza. Senza scivolare nel lugubre, si può dire che attraverso queste canzoni ho elaborato piccoli e grandi lutti, grazie a un processo introspettivo che proprio la maturità mi ha imposto e consentito”.
Uno dei grandi lutti a cui Bottai fa riferimento è certo quello della perdita di Enrico Greppi, in arte Erriquez, storico front-man della Bandabardò, a cui è dedicata la toccante Non puoi piacere a tutti.
“La prematura scomparsa di Enrico mi ha lasciato davvero sbigottito e affranto; – racconta Bottai – ho ripensato ai nostri incontri, alle nostre chiacchierate e ho cercato di sublimare il dolore con questo pezzo, che va a comporre una sorta di trilogia delle dediche affiancandosi a quelli dedicati ai più che vivi Bobo Rondelli (Bobo frigorifero, ndr) e Paolo Migone (Multisolo al multisala, ndr)”.
Un album, dunque, al contempo intro ed estro-verso, che sembra seguire il filo rosso della necessità di riappropriarsi di un ritmo di vita più lento che lasci lo spazio e il tempo necessari per riflettere su ciò che accade, comprenderlo e rielaborarlo, e che pur nella sua vena personale e intimista si avvale del contributo di una affiatata band di musicisti.
“Con l’eccezione di Calici piangenti, con un testo scritto con Fabrizio Bartelloni, tutti gli altri pezzi mi appartengono completamente, – spiega Bottai – ma non avrebbero potuto trovare la loro forma e la loro identità senza il contributo decisivo di Daniele Aiello, Marco Bachi e Piero Perelli, che hanno suonato in tutti i brani, e senza i ‘cameo’ di Luca Guidi, Nico Gori e Patrizio Castiglia in alcune tracce. A loro devo davvero moltissimo, perché mi hanno aiutato non solo per la confezione, ma anche per la costruzione stessa del disco”.
Il nuovo, atteso, album del cantautore marinese debutterà live martedì 5 luglio alle 21:30 al Giardino Scotto.
Il concerto è organizzato dal Circolo Exwide nell’ambito della rassegna Fuori Teatro promossa dal Teatri Verdi.
(Lungarno Fibonacci, 2 – Biglietto € 10,00 – Prevendite online su oooh.events – Biglietti in cassa)