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“È una triste realtà: i comuni sono costretti ad approvare forti aumenti alle tariffe Tari senza potersi opporre”.
Così Leonardo Ulivieri, segretario dell’Unione comunale del Partito Democratico di San Giuliano Terme.
“Martedì 31 maggio, termine ultimo per l’approvazione del Pef, il Piano economico finanziario trasmesso da Retiambiente (con il quale, tra le altre cose, si stabiliscono le tariffe della Tari), il nostro Consiglio comunale è stato costretto ad approvare un aumento dell’8.6% delle tariffe Tari. Un aumento compensato in parte da stanziamenti dalle casse comunali ma che è comunque un ulteriore aggravio per le famiglie, già provate dai rincari post pandemia del prezzo dell’energia e non solo. Ma non potevamo fare altrimenti. Non approvare il Pef è impossibile, si rischierebbe di mettere in crisi il bilancio comunale o di veder sospeso il servizio di raccolta. Sindaco e Giunta hanno fatto l’impossibile per ampliare le agevolazioni, aggiungendo a quelle già previste dal regolamento per le fasce più deboli e le famiglie con disabili, ulteriori 500 mila euro per famiglie e imprese. Ma è un cane che si morde la coda. Oltre a passare l’idea generale che sia il Comune (che emette le bollette e recupera i crediti) ad aumentare le tariffe – sottolinea Ulivieri -, si rischia che sempre più famiglie in difficoltà non paghino le tasse nemmeno con le agevolazioni previste. E mancheranno sempre più soldi: come faremo, allora, visto che già adesso gli aumenti sono i massimi possibili previsti dalla legge?
Molte amministrazioni comunali hanno chiesto a Retiambiente e ai loro amministratori delle spiegazioni. Perché questi aumenti? Perché non è possibile fermare questa tendenza? Perché la gestione dei rifiuti, evidentemente, non funziona? Domande rimaste senza risposta. Piani economici finanziari inviati per l’approvazione a poche ore dalla scadenza, senza dare la possibilità di replica o di correzioni. È un monopolio. I comuni e la politica dovrebbero far rete per scardinarlo, per cambiare le norme che ci hanno portato qui, per accelerare davvero le opere di gestione circolare dei rifiuti. E farlo ora, non dopo che gli aumenti portino le bollette a cifre insostenibili. Altrimenti ogni comune dovrà pensare per sé. Da un lato, vorremmo evitare di togliere le agevolazioni già previste per le fasce più deboli, che porterebbe quindi tariffe maggiorate alle famiglie dei disabili, agli invalidi e ai redditi bassi, andando così a recuperare risorse. Allora l’altra strada percorribile potrebbe essere la riduzione dei servizi di raccolta, l’eliminazione del servizio di spazzamento delle strade e quanto necessario a ridurre la spesa e abbassare così la tariffazione. Ma i rifiuti staranno più in casa, aumenteranno gli abbandoni sul territorio. Tutte situazioni che – conclude il segretario – vorremmo assolutamente evitare, per il bene di tutti”.