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Una metodica innovativa per il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna, patologia tipica dell’invecchiamento ma che sempre più spesso coinvolge soggetti dai 50 anni in poi, è stata applicata con successo su 12 pazienti in Aoup – nell’Unità operativa di Urologia 1 universitaria diretta dal professore Riccardo Bartoletti (foto), prima struttura pubblica in Toscana a praticarla – e, a distanza di tre mesi, tutti hanno mantenuto inalterate le funzioni sessuali oltre a svuotare autonomamente la vescica senza alcun aiuto farmacologico.
La metodica si chiama REZUM e consiste nell’inoculazione, attraverso il canale urinario, di un ago a radiofrequenza capace di generare vapore acqueo. E’ una procedura innocua che, attraverso l’aumento controllato della temperatura locale, genera la morte delle cellule prostatiche inducendo un processo di regressione della porzione di ghiandola che impedisce il normale flusso urinario. In aggiunta, consente il risparmio dell’eiaculazione in oltre il 90% dei pazienti trattati. Questo trattamento non ha controindicazioni specifiche ma richiede una accurata selezione dei pazienti per rendere il risultato ottimale. La regressione volumetrica della ghiandola si ottiene nel giro di tre mesi nel corso dei quali il paziente mantiene la terapia medica in atto.
La metodica non richiede anestesia profonda ma solo una banale sedazione visto che i tempi di esecuzione non vanno mai oltre i 5 minuti. Ecco perché verrà effettuata un’accurata selezione dei pazienti attualmente prenotati per il trattamento chirurgico di questa patologia in modo che i candidati alla REZUM possano essere avviati a un trattamento in regime di Day Surgery, con ammissione e dimissione in giornata.
E’ noto che le possibilità terapeutiche per il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna comprendono sia opzioni di tipo farmacologico sia chirurgico.
La terapia farmacologica consiste in farmaci che migliorano la sintomatologia ma non portano alla guarigione, né tantomeno alla regressione nel tempo dell’ingrossamento della ghiandola prostatica.
La terapia chirurgica invece riduce il grado di ostruzione ma, nella maggior parte dei casi, porta alla perdita definitiva dell’eiaculazione.
Ecco perché, tra i metodi mini-invasivi e innovativi, che consentono di ridurre i disturbi generati dalla malattia e nel contempo di mantenere integri i parametri relativi alla sessualità del paziente, c’è questa REZUM che verrà portata avanti con un notevole risparmio dei costi aziendali e una sensibile riduzione delle liste di attesa, oltre ovviamente al beneficio generato sui pazienti afflitti da questo problema.
Sempre l’Urologia universitaria è stata protagonista, nel corso del recente congresso della Società italiana di Urologia tenutosi a Roma – in diretta dalle sale operatorie dell’Aoup – di un intervento di ricostruzione del pene con una metodica innovativa in pazienti affetti da induratio penis plastica che ha riscosso grande successo di pubblico e discussione a distanza (edm).