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Con volumi di attività importanti che, dal 2019 ad aprile 2021, in piena pandemia, hanno fatto superare i 15mila interventi in tutte le specialità chirurgiche, compresi i trapianti, il Centro multidisciplinare di chirurgia robotica dell’Aoup – che si appresta a inaugurare, fra un paio di settimane, la quarta piattaforma in dotazione con sistema di ultima generazione – ha ricevuto stamani la visita di una delegazione di primi cittadini, capeggiata dal presidente della conferenza zonale dei sindaci della area vasta nord-ovest Sergio Di Maio (a sua volta sindaco di San Giuliano Terme), insieme al sindaco di Pisa Michele Conti e a quello di Livorno Luca Salvetti, alla presenza dell’assessore regionale alla salute Simone Bezzini.
A fare gli onori di casa, insieme al direttore generale dell’Aoup Silvia Briani, Franca Melfi, direttore del Centro e della Chirurgia toracica mininvasiva e robotica, alcuni dei chirurghi dell’area vasta nord-ovest fra i tanti (circa una quarantina) che operano i loro pazienti sulle piattaforme Da Vinci in dotazione all’Aoup.
All’incontro stamani erano presenti Christian Galatioto, attuale direttore della Chirurgia generale dell’ospedale di Livorno, Sandro Benvenuti, direttore dell’Urologia dell’Ospedale Versilia insieme al collega Carlo Alberto Sepich e Lorenzo Goglia, ginecologo dell’Ospedale San Luca di Lucca (in rappresentanza del direttore Gian Luca Bracco), oltre a Gabriella Fontanini, direttore del neonato Centro clinico toracico, a Federico Davini, referente del percorso diagnostico terapeutico assistenziale sul nodulo polmonare, a Cristina Zirafa e Gaetano Romano della Chirurgia toracica mininvasiva e robotica, a Claudia Cariello referente anestesista del Centro, allo staff tecnico e infermieristico con i coordinatori Stefano Falossi e Carmela Testa.
In un rapido excursus della storia della chirurgia robotica a Pisa – che risale al lontano 2001, allorché qui fu effettuata la prima lobectomia robotica al mondo sul primo sistema Da Vinci acquisito dall’Aoup – è stato illustrato ai presenti come, negli anni, il Centro sia cresciuto non solo dal punto di vista dell’innovazione tecnologica con l’acquisizione di sistemi sempre più sofisticati, che si traducono in migliori risultati per i pazienti, ma anche sul piano della formazione – all’avanguardia in ambito europeo – della multidisciplinarietà, della ricerca unita alla didattica e della governance, in virtù di un modello organizzativo ormai rodato che consente integrazione di risorse umane e tecnologiche in ottica di area vasta grazie a procedure standardizzate su alti volumi di attività che assicurano anche sostenibilità dei costi.
In Toscana sono 14 le piattaforme robotiche, di cui 11 dedicate all’attività assistenziale in strutture pubbliche, 2 in centri privati e una dedicata alla formazione.
A questo proposito l’assessore regionale alla salute Simone Bezzini – che ha sottolineato il ruolo e le funzioni dell’innovazione, della ricerca, dell’alta specialità e dell’eccellenza che richiedono volumi e modelli organizzativi avanzati – ha voluto rimarcare come questa attività di eccellenza e di avanguardia in Toscana si faccia nel pubblico. “Altre Regioni – ha detto – che vanno guardate con grande rispetto perché hanno performance importanti, hanno queste attività prevalentemente nel privato, e ora ci stanno imitando. Questi processi chiedono un governo per evitare parcellizzazione, frammentazione e dispendio di risorse. Oggi si richiede – ha concluso – coordinamento perché non bisogna chiudersi ma collaborare, dando ruolo e funzioni a tutti. Noi questa visione, il più possibile integrata, l’abbiamo sperimentata da più di 10 anni e oggi altre Regioni ci stanno guardando come modello di riferimento”. Grande condivisione è stata espressa anche dai sindaci nella ferma convinzione che in sanità non debbano esserci steccati ma solo sinergie e scambi proficui, a beneficio della salute di tutti i cittadini.