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Nello sport siamo abituati a pensare che le belle notizie siano relative solamente a premi, vittorie, primi posti in classifica, ingaggi milionari e affari di mercato. Ne siamo talmente assuefatti che è sporadico il fatto che qualche altro successo, dentro e fuori dal campo, possano colpire la nostra attenzione, se non eccetto rari casi. Ma per fortuna negli ultimi mesi dalla disciplina sportiva più amata ma anche più criticata del nostro paese, ovvero il calcio, è arrivata una bella notizia: dal 1 luglio 2022 il calcio femminile sarà a tutti gli effetti professionistico. La Serie A femminile infatti dalla prossima stagione saluterà a tutti gli effetti il dilettantismo, che invece rimarrà per le altre categorie.
La speranza è che questo possa essere un punto di partenza per questo mondo e che la stessa cosa possa essere portata anche in altre discipline sportive.
Quella del dilettantismo in Italia è un’annosa questione poiché per lo più quasi tutti i movimenti sportivi nazionali sia in campo maschile che in campo femminile si rifanno ad esso. Ad esempio, a prevedere il professionismo in campo maschile sono solo cinque federazioni fra cui il calcio fino alle Lega pro, il ciclismo, golf, pugilato e il basket solo nella massima serie. In campo femminile adesso sarà solo il calcio. Sono tante le cose che differenziano le due categorie di atleti: per uno sportivo dilettante lo stipendio per lo più viene percepito tramite rimborsi e per le donne non viene riconosciuto nessun aiuto in caso ad esempio di maternità, per citarne solo due. Ci sono poche sicurezze e ogni evento personale o sportivo, come possono essere una nuova nascita o un infortunio, si trasformano in preoccupazione.
L’iter per portare il professionismo nel campionato di serie A femminile non è stato di certo semplice: iniziato nel 2020, ha comportato come prima cosa l’adeguamento di tutte le norme già esistenti per i calciatori anche per le calciatrici, processo che si è concluso solo qualche mese fa. Una volta formalizzato questo passaggio, con ufficialità dal 1 luglio, le società della serie A femminile avranno quindi l’obbligo di gestire tutti i contratti seguendo solo le regole del professionismo. Le giocatrici si vedranno così riconosciute tra le altre la maturazione dei contributi per la pensione e altre tutele di tipo legale e sanitario.
Effettivamente tutto sarà realtà dalla prossima stagione calcistica 2022/2023 quando a giocarsi lo scudetto della Serie A scenderanno nella nuova formula 10 squadre, al posto dei 12 club delle stagioni passate.
Questo traguardo è stato tanto agognato dal momento che, sebbene tutti i club della Serie A in un’assemblea interna si fossero espressi a favore di questo passaggio, nel Consiglio Federale, la Serie A tramite il presidente di Lega e alcuni delegati sembrava per una qualche incomprensione aver votato negativamente. La questione, per fortuna, è stata presto risolta per il meglio.
A chiedere a gran voce questo cambiamento erano state le ragazze della nazionale italiana al termine del Mondiale 2019 terminato per la squadra azzurra con i quarti di finali. Forti del grande seguito creatosi attorno a loro le calciatrici avevano esternato le loro richieste. Fonte: 2duerighe.com